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di Luana  Costa
14 luglio 2022
06:26

Calabria magico scrigno di biodiversità: tartarughe e cavallucci marini araldi di meraviglie

VIDEO-FOTOGALLERY | Cinque parchi marini dal Tirreno allo Ionio. Quasi cinquemila ettari di fondali sabbiosi, scogli e anfratti dove vivono diverse specie animali

Fanno lentamente capolino dalla sabbia sottile e poi si avviano verso il mare. Il Mediterraneo è un bacino particolarmente fertile per la tartaruga caretta caretta che sulla punta estrema della Calabria conta la sua più massiccia presenza. È lungo la Costa del Gelsomino, uno dei cinque parchi marini istituiti con legge regionale nel 2006, che si trova una vasta area di nidificazione di tartarughe.

La Costa dei Gelsomini

«Secondo un monitoraggio compiuto lo scorso anno le tartarughe nate in quell'area sono state oltre tremila» racconta Ilario Treccosti, commissario dell'Ente Parchi Marini, insediato nel 2016 con il compito di accorpare i cinque parchi calabresi, piccole monadi oggi gestite secondo una unica regia. «La Calabria è uno straordinario scrigno di biodiversità» aggiunge ancora, e testimonianza ne è la presenza di ben cinque parchi marini, ciascuno caratterizzato da proprie specificità per habitat e specie.


Tartaruga e cavalluccio

«Come simbolo dell'ente abbiamo scelto la tartaruga e il cavalluccio marino» specifica poi. La prima presente in molti punti della Calabria, la seconda ha trovato "casa" nella Baia di Soverato, altro parco marino sulla costa ionica, e luogo in cui l'ente ha avviato una serie di monitoraggi in collaborazione con l'Università della Calabria e grazie ad un finanziamento della Regione. 

La Baia di Soverato

«Obiettivo - spiega il commissario - è comprendere l'ampiezza della popolazione, oltre alla baia il monitoraggio sarà poi esteso anche ai fondali di Stalettì, considerata la presenza di cavallucci marini. Oltre a ciò tra le finalità vi è anche quella di installare boe di perimetrazione e anche una boa perimetrica che consentirà sia al parco marino che all'università di avere tutta una serie di dati ambientali che derivano dal monitoraggio dei fondali: il moto ondoso, i cambiamenti del fondale o la presenza di altre specie».

Zone di conservazione

Progetto di particolare interesse poiché l'area del parco coincide anche con la zona di conservazione (ex siti di interesse comunitario) sui quali l'ente sta in questi giorni lavorando all'aggiornamento del piano di gestione: «Abbiamo costituito un gruppo multidisciplinare di esperti - biologhi, naturalisti, geologhi, urbanisti - ai fini della redazione del piano che indicherà le azioni consentite e vietate all'interno dei parchi». Non solo, dal momento che le aree sono poco conosciute si sta procedendo alla perimetrazione dei parchi marini: «Saranno installate delle boe e segnaletica stradale per indicare ai visitatori che si è all'interno di un'area protetta».

Gli scogli di Isca

È quel che sta avvenendo per gli scogli di Isca, altro parco marino che sorge dinnanzi alla costa di Amantea: «Qui vi è la necessità di tutelare la biodiversità e stiamo provvedendo a posizionare in mare elementi prefabbricati per impedire la pesca a strascico e creare cavità utili al ripopolamento delle specie marine». Novità in arrivo anche per il parco marino Riviera dei Cedri che si estende nell'alto tirreno cosentino da Diamante a Praia a Mare.

La Riviera dei Cedri

«Stiamo lavorando ad un progetto che prevede il posizionamento sui fondali marini dell'isola di Cirella di sculture realizzate in materiali ecosostenibili a cura di un artista. Secondo me, potrebbe rappresentare un elemento di attrazione, per spingere turisti ma anche i residenti ad esplorarli e conoscerli. Il nostro motto è: per tutelare bisogna conoscere, chi compie azioni nocive nei confronti dell'ambiente lo fa per mancanza di conoscenza».

La Costa degli Dei

Ultimo, ma non certo non per importanza, il più esteso parco marino denominato Fondali "Capocozzo-Sant'Irene-Vibo Marina-Pizzo-Capo Vaticano-Tropea" che corrisponde alla Costa degli Dei. Sui fondali è possibile ammirare una distesa di posidonia ma i fondali sabbiosi e gli anfratti diventano luoghi in cui trovano riparo diverse specie e organismi marini oltre a custodire reperti di archeologia risalenti ad epoche precedenti alla Magna Grecia.

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