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di Serena Laterza
30 giugno 2022
13:38

Il meraviglioso patrimonio dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo nella Sila Piccola e l’Aghia Sophia Fest

Il festival di arte, musica e cultura animerà uno dei luoghi più belli della Calabria: concerti di Giovanni Truppi e Dario Brunori, dj set, mostre fotografiche e reading di Emidio Clementi dei Massimo Volume

Destinazioni
L’interno dell’Abbazia di Corazzo - Foto Silvana Amoroso
L’interno dell’Abbazia di Corazzo - Foto Silvana Amoroso

In Calabria, a pochi passi dalla frazione Castagna di Carlopoli, piccolo centro abitato della Sila Piccola, sulle alture equidistanti dai due mari Tirreno e Ionio, sono oggi visibili e visitabili i ruderi di un’antica abbazia risalente all’XI secolo, testimonianza di un luogo ricco di storia e carico di memoria legata al passato religioso della nostra regione. Stiamo parlando della suggestiva Abbazia di Santa Maria di Corazzo, di cui rimangono, ai nostri giorni, mura elevate, volte e archi, incastonati armoniosamente nel verde rigoglioso dell’alta valle del fiume Corace. Un monumento, edificato al tempo dai monaci Benedettini, che fu luogo di prestigio, cultura e religione, nonché meta di arricchimento per molti mistici per il proprio cammino spirituale, fino al terribile terremoto del 1783 che lo ridusse in macerie.

Nella cornice di questo magnifico scorcio paesaggistico, l’Abbazia di Corazzo è oggi un patrimonio singolare che attira la curiosità di numerosi visitatori, dove, tra i suoi ruderi, si può ancora respirare un’atmosfera del tutto solenne. A renderne omaggio sono ad oggi festival, concerti e spettacoli teatrali, che ogni anno scelgono questo luogo surreale quale palcoscenico perfetto di incroci tra arte, fascino e storia. Da non perdere, a tal proposito, l’Aghia Sophia Fest 2, che andrà in scena il 9 e 10 luglio 2022, con un ricco programma artistico.


L'abbazia di Corazzo, tra l’ingegno e la missione dei monaci Cistercensi

Dopo poco più di un secolo dal periodo di fondazione, l’Abbazia di Corazzo divenne la dimora dei monaci Cistercensi e con essi visse un periodo di decollo economico e spirituale. Austeri e dediti alla missione religiosa, costoro facevano a capo dell’ordine monastico fondato da Roberto di Molesmes nel 1098 in Borgogna, che perseguiva una costante pratica di preghiera, studio e lavoro, in stretta osservanza della regola di San Benedetto “ora et labora”: intorno all’Abbazia, coltivarono terre, allevarono greggi, diedero vita a una sorta di fabbriche, facendo di Corazzo una vera e propria “Città di Dio”.

L’Abbazia raggiunse il momento di massimo prestigio con l’arrivo di uno dei più grandi mistici medievali, Gioacchino da Fiore, citato da Dante Alighieri nel XII canto del Paradiso della Divina Commedia (versetti 140-141) come “calavrese abate Giovacchino, di spirito profetico dotato”. Colpito e affascinato dalla sacralità e bellezza che circondava questo luogo, qui fu abate dal 1177 fino al 1187 e qui scrisse le sue opere principali, “Concordia del nuovo e del vecchio Testamento”, “Esplicazione dell’Apocalisse” e “Il salterio delle dieci corde”. Secondo alcune leggende, in questo periodo l’Abbazia custodiva anche importanti reliquie, probabilmente portate a Corazzo dai Cavalieri Templari: un legno della croce di Cristo, alcune vesti di Gesù, una pietra del Santo Sepolcro e una ciocca di capelli di Maria Maddalena.

Oggi è possibile ammirare un chiaro impianto architettonico di quella che era la struttura dell’Abbazia dell’epoca: sul lato nord, la chiesa, a croce latina con abside rettangolare e transetto; la porta dei morti, visibile nella parte settentrionale, che conduceva al cimitero monastico; a sud la scala del dormitorio, dove rimangono i resti delle antiche camere dei monaci disposte su tre piani e dove è possibile scorgere ancora dei vecchi camini; il chiostro, che doveva rappresentare il cuore della vita monastica, con al centro il pozzo e il lavabo sul lato orientale. L’impianto stilistico dell’Abbazia doveva di certo ricalcare i criteri artistici dell’ordine, volto alla razionalità e alla funzionalità, con qualche integrazione architettonica locale.

Aghia Sophia Fest 2: due giornate imperdibili, 9 e 10 luglio 2022, all’Abbazia di Corazzo

A nutrire l’atmosfera suggestiva dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo sarà la seconda edizione del festival Aghia Sophia Fest, che vedrà, nei giorni 9 e 10 luglio 2022, una vasta programmazione, tra musica, teatro, filosofia, letteratura, archeologia, natura, enogastronomia di qualità, fortemente voluta dall’associazione culturale Il filo di Sophia che, da quasi quindici anni, “si prende cura delle menti e dei corpi della nostra regione”. Come affermano gli organizzatori, “più che un festival, sarà un’immersione nella bellezza mistica di un luogo che, ancora oggi, può insegnarci tanto. Un’esperienza a due passi dalle nuvole”.

La giornata di sabato 9 luglio avrà inizio alle ore 18:00 con una visita guidata dell’Abbazia in compagnia dell’archeologa Claudia Coppola, a cui seguirà, alle ore 19:00, un emozionante talk bio-filosofico “Viaggio al termine delle note. Dall'ispirazione alla creazione”, a cura degli artisti Giovanni Truppi e Dario Brunori. Alle ore 21:00 andrà in scena lo spettacolo teatrale “AMANDA. Colei che deve essere amata” di Fratelli Carchidi/Laboart e alle ore 22:00 sarà protagonista la musica con Ennesimo live e Arvur live. In seguito, tornerà sul palco Giovanni Truppi, che presenterà i pezzi del passato fino alle nuove tracce assolutamente inedite, accompagnato dalle incursioni piratesche di Dario Brunori. Coroneranno la serata le sonorità di Fabio Nirta DJ set.

La seconda giornata, domenica 10 luglio, sarà animata da escursioni in natura, laboratori artistici, mostre e installazioni sonore: dalle ore 12:00 alle ore 20:00, Tracey Party con Lino Pugliese, Roberto VaglioLise, Ab Ru, Brizza e Georgio Oniani. Tra le ore 14:00 e le ore 18:00 andrà in scena “Antigone”, piccola festa di filosofia tra i boschi con Vincenzo Santarcangelo, Nadia Castiglione, Giuseppe Bornino e Armando Canzonieri. Infine, alle ore 20:30 sarà presentato il reading musicato inedito di Emidio Clementi dei Massimo Volume “Gli anni di Bruno”, accompagnato dalle musiche di Ignazio Nisticò.

Durante le due giornate saranno, inoltre, ospitate la mostra fotografica di Tommaso Donato e le straordinarie tele di Federica Armeni, ognuna dedicata a un pezzo di “Pink Moon” di Nick Drake. Per i visitatori più appassionati, nel corso del festival, sarà anche possibile campeggiare gratuitamente a due passi dall'Abbazia, prenotando un posto in tenda, e fruire dell’area food e drink, con una proposta tutta calabra.

Una carrellata di appuntamenti imperdibili, insomma, che hanno scelto l’Abbazia di Santa Maria di Corazzo quale scenario ideale per presentare e valorizzare le proposte artistiche, e non solo, del nostro territorio, in un contesto carico di storia e bellezza. Come dichiarano gli organizzatori Silvia Cosentino e Giuseppe Bornino, “un momento di scambio e contaminazione, costruito dialogo per dialogo, locandina per locandina, goccia di sudore per goccia di sudore, girando la Calabria, in lungo e in largo, per diffondere un’idea che, speriamo, diventi stabile nel corso del tempo”.

 

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