“Bolletta pazza”, il giudice dà ragione al consumatore

È successo a Catanzaro dove un utente si è visto recapitare una fattura per il consumo di acqua senza che ci sia mai stata la lettura del contatore. Ora il Comune dovrà dimostrare la congruità della somma richiesta
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di Redazione
11 maggio 2018
15:59

«Il Giudice di pace di Catanzaro ha accolto le tesi difensive di un consumatore e ha dichiarato 'la nullità della pretesa pecuniaria reclamata dal Comune di Catanzaro a titolo di canone acqua a mezzo ingiunzione di pagamento emessa da Soget SpA'. Il Giudice, inoltre, ha condannato il Comune di Catanzaro e la Soget SpA anche al pagamento delle spese del giudizio». Lo rende noto il vice presidente nazionale del Codacons Francesco Di Lieto.

 


«In buona sostanza - prosegue Di Lieto - il ragionamento svolto dal Giudice è il seguente: la bolletta dell'acqua è un atto emesso da chi pretende il pagamento e, pertanto, non dimostra assolutamente nulla. Sicché, in caso di contestazione è onere del Comune 'dimostrare la correttezza della misurazione secondo gli effettivi consumi d'acqua da parte dell'utente'. Aver determinato i consumi in base a 'criteri presuntivi', senza aver accertato i consumi reali mediante la lettura periodica del contatore, rende inesigibile la pretesa relativa ai canoni acqua. Finalmente - conclude Di Lieto - uno stop alla pratica odiosa di sovrastimare i consumi che non solo provoca bollette più alte, ma permette di gonfiare i bilanci comunali, evidenziando somme non dovute dai Cittadini».

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