Camera di Commercio di Catanzaro commissariata, Rossi non ci sta

VIDEO | «Per noi tale nomina non ha alcun effetto» così il presidente dell'ente camerale Daniele Rossi dopo la nomina del commissario straordinario da parte del governatore Oliverio

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di R. G.
26 ottobre 2018
15:55

«Con decreto del Presidente della Giunta della Regione Calabria n.117 del 23 ottobre 2018, notificato in pari data, è stato nominato commissario straordinario della Camera di Commercio di Catanzaro Giuseppe Franzè, in sostituzione del commissario Giorgio Sganga. Il provvedimento costituisce l'ultimo, maldestro e giuridicamente insostenibile tentativo della Regione Calabria di rimettere mano sulla governante della Camera catanzarese e, indirettamente, sull'Unione Regionale delle camere della Calabria». E' quanto si legge nella nota del Consiglio camerale diffusa questa mattina nel corso della conferenza stampa convocata dal presidente Daniele Rossi che, affincato dal segretario generale Maurizio Ferrara e dall'intero consiglio ha sottolineato: «per noi tale nomina non ha alcun effetto». 

 


Le motivazioni

«Il sospetto è che, visto il silenzio della Regione sulla questione degli organi ormai protrattosi da oltre sei mesi e gli atti concludenti che in questo periodo hanno visto spesso fianco a fianco Regione e Camera di Commercio, la molla scatenante sia stata proprio al vicenda Unioncamere - si legge ancora nella nota - giova sottolineare infatti che l'Ente catanzarese, rilevando possibili profili di illegittimità nella nomina dei vertici di Unioncamere Calabria aveva richiesto accesso agli atti e deliberato nella seduta dello scorso 9 ottobre di proporre ricorso amministrativo. Cosa che si sarebbe potuta ripetere anche per i successivi atti dell'Unione regionale. Come risolvere il problema? Eliminando gli attuali organi della camera di Commercio di Catanzaro e nominando un commissario in linea con la strategia regionale».

 

«Organi regolarmente nominati»

«Anche su questa vicenda la Camera di Commercio di Catanzaro andrà fino in fondo sia sotto il profilo amministrativo che civile e se si perderà il contributo comunitario ci saranno dei nomi e del cognomi ben individuabili che ne rosponderanno di persona. L'atteggiamento fino ad oggi assunto dagli organi camerali, regolarmente nominati con atti e delibere mai impugnati da Regione o Ministero e ormai inoppugnabili, è stato sempre quello di muoversi negli stretti ambiti della legalità e nel rispetto istituzionale, senza peraltro percepire alcun genere di compenso, pur con posizioni e interpretazioni diverse, mai cavalcando l'onda di possibili speculazioni politiche o scandalismi. Ma anche la pazienza ha i suoi limiti; al discutibile decreto del presidente della Giunta regionale, cui è stato dato pronto riscontro con pec inviata ieri a tutti i soggetti interessati, ha fatto seguito in data odierna con il deposito di un ricorso al Tar Calabria, via ordinaria attraverso la quale la legge consente la tutela di interessi legittimi presuntivamente negati - si legge sempre nel documento diffuo dall'ente - analogo sistema avrebbe avuto la Regione per  contestare l'avvenuto insediamento del Consiglio e la conseguente nomina degli organi, ormai datati, cosa a cui non ha mai dato luogo. Non sta a noi, altrimenti ci arrogheremmo un ruolo di "depositari della verità" che lasciamo volentieri ad altri, stabilire la legittimità o meno di provvedimenti amministrativi, ci sono organi appositamente costituiti».  

 

I provvedimenti

«E' necessario tuttavia sottolineare che ad oggi anche il provvedimento regionale n.117 del 23 ottobre scorso troverebbe giustificazione in un interpretazione del MISE, peraltro datata, dei successivi Decreti Ministeriali di attuazione del decreto di riforma del sistema camerale n.216/2019, che sospendevano le procedure di costituzione dei consigli delle Camere di Commercio in fase di accorpamento. Il primo D.M 6 agosto 2015 di accorpamento volontario tra le Camere di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia è stato annullato con sentenza del Tar Calabria del febbraio 2017, sentenza non appellata e quindi passata in giudicato. Il secondo D.M 8 agosto 2017 di accorpamento ex legge tra le medesime Camere di Commercio è stato travolto dal giudizio di illegittimità costituzionale (sentenza n.261/2017) della norma del citato Dlgs 219/2016 di cui costituiva atto attuativo. L'ultimo D.M 16 febbraio 2018 che riproponeva i contenuti di quello dell'8 agosto, e riavviava l'accorpamento, è stato sospeso con ordinanza del Consiglio di Stato e rinviava al merito, nella considerazione che, oltre alla ponderazione degli interessi contrapposti, erano stati sollevati ragionevoli dubbi di costituzionalità; ordinanza replicata per ogni accorpamento in corso sul territorio nazionale. Ordinanza interpretata al contrario nel citato DPGR 117/2018, forse perché neanche letta con la necessaria attenzione. Si rileva infatti che l'ordinanza del 1 agosto 2018 n.3655 della VI sezione del Consiglio di Stato, che ha sospeso gli effetti del D.M. 16 febbraio 2018, avvalora ulteriormente la legittimità degli organi camerali suddetti in quanto, tra l'altro, ha sospeso gli effetti dell'art. 4, comma1 del medesimo decreto ministeriale, che stabiliva l'interruzione delle procedure di rinnovo dei Consigli camerali alla data del 19 settembre 2019».

 

Consiglio operativo da novembre 2017

«Testimonianza ulteriore è data dal silenzio del MISE sulla questione ormai da diversi anni. La Camera di Commercio di Catanzaro disconosce anche la motivazione della presunta sostituzione, anch'essa assai intempestiva (dimissioni di Sganga al 8 maggio 2018 con decreto del 23 ottobre), al fine di garantire la "continuità" alle attività della Camera; come se in quasi un anno l'Ente avesse mancato o ritardato un solo adempimento previsto per legge e avesse omesso di dare ossigeno e sostegno al sistema delle imprese sul territorio. Appare risibile anche il riferimento al mandato sino al rispettivo e progressivo insediamento degli organi; quindi si pretenderebbe di "commissariare" un Consiglio legittimamente insediato e operativo in attesa di poterlo ricostituire. Di fatto la nomina di Franzè in sostituzione di Sganga non produce alcun effetto sull'attività dell'Ente essendo le funzioni dello stesso Sganga terminate con l'atto di insediamento del consiglio camerale convocato a suo tempo dalla stessa Regione e regolarmente operativo dalla data del 28 novembre 2017. Del resto condividere questa "sostituzione" potrebbe far pensare ad una presa di posizione personale della camera di Commercio nei confronti del precedente commissario Sganga. Nulla di personale invece nei confronti di entrambi gli stimati professionisti. Ovviamente a fronte delle pressioni e di ogni genere di eccesso, l'Ente camerale - conclude la nota - non ha solo avviato i necessari ricorsi amministrativi ma ha deciso di trasmettere tutti gli atti di questa complessa vicenda, che ormai si protrae da anni, alla Procura della Repubblica e all'ANAC affinché venga valutato se dagli atti dei vertici della Regione siano riscontrabili ipotesi di reato e comportamenti contrari all'interesse pubblico».

 

Giornalista
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