Torri gemelle, dopo 17 anni oltre mille vittime mai identificate

Gli attentati terroristici provocarono la morte di quasi 3 mila persone . Nei laboratori, un team di medici legali cerca tracce di dna tra i resti degli scomparsi per consentire ai familiari degne esequie

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di G. D.A.
11 settembre 2018
11:23

17 anni fa gli attentati alle Torri gemelle e al Pentagono lacerarono l’America. Una ferita mai rimarginata. Negli attacchi terroristici dell’11 settembre – concretizzati da 19 kamikaze con il dirottamento di quattro aerei - morirono 2753 persone tra le macerie delle Twin towers. 189, al Pentagono (125 dipendenti, 64 passeggeri).

L’evoluzione degli attacchi

Ore 8.46, 11 settembre 2011. Il boeing 767 - il volo 11 dell'American Airlines, in servizio da Boston a Los Angeles - si schianta contro la Torre Nord del World Trade Center tra il 94esimo e il 98esimo piano a New York. Al momento dell'impatto l'aereo viaggia a una velocità di 760 chilometri orari.


Una manciata di minuti più tardi, alle ore 9.03, un altro boeing, il volo 175 della United Airlines con 65 persone a bordo, partito da Boston e diretto a Los Angeles, si schianta contro la Torre Sud. Il mezzo, a 950 chilometri all'ora,  trafigge l’edificio tra il 78esimo e l'84esimo piano (foto di copertina Avvenire). L’America si ferma mentre il mondo, aggrappato alle immagini veicolate dai media internazionali, rimane sospeso.

Sono attimi di disorientamento quando alle 9.43 il volo 77 dell'American Airlines, con 64 persone a bordo, colpisce uno dei cinque lati del Pentagono, il lato ovest dell’edificio di Washington, quartier generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

L’aereo dirottato e i passeggeri eroi

Alle 10.03, un’altra pagina drammatica. Il volo 93, con 44 persone a bordo, in servizio dall'aeroporto di Newark, New Jersey, a San Francisco, si schianta in Pennsylvania, nei pressi di Skanksville, circa 128 chilometri a sud est di Pittsburgh. I passeggeri, avvertiti dai propri familiari di quello che sta accadendo, decidono di ribellarsi contro i dirottatori.

 

Oltre 1000 i resti in attesa di un nome

Circa 1111 i corpi in attesa di un nome a 17 anni dalla tragedia che sconvolse l’America e cambiò le sorti della storia. Ne sono stati identificati due terzi. Per gli altri, nei laboratori a pochi passi dove le twin towers rovinarono al suolo, un team di medici legali tenta l’impossibile. Supportati dalle più sofisticate tecnologie cercano di isolare la presenza di dna dai resti per confrontarlo con quello dei parenti degli scomparsi. Ultimo disperato tentativo per consentire alle famiglie un funerale degno. In quei cassettini, infatti, giace la storia e l'identità di tante persone. Sotto le macerie delle due torri, finirono anche 38 vittime italiane. Erano manager, intermediari finanziari, commercialisti. Ma anche vigili del fuoco, assicuratori e poliziotti. Sono ancora impresse nella mente le immagini del crollo degli edifici. Un inferno di fiamme, morte e cenere che popola le copertine dei giornali e che occupano i libri scolastici. Un inferno vivo nei soccorritori, nei sopravvissuti,  nei familiari che hanno assistito impotenti, nelle forze dell’ordine, negli stessi media che hanno raccontato minuto per minuto quanto si stava consumando sotto i loro occhi.

I nomi delle vittime impresse nel bronzo

Cosa è cambiato da quella data? Oltre a spezzare centinaia e centinaia di esistenze, gli attentanti dell’11 settembre hanno posto la parola “fine” alla certezza della fortezza americana. Un periodo di terrore internazionale che si ripercuote ancora oggi, Oltreoceano e in Europa. Nel 2011, al posto delle Torri sono state inaugurate due piscine gemelle. Ai bordi – incisi nel bronzo - i nomi di tutte le vittime. Esiste anche un Museo dei volti, con all'interno i nomi e le fotografie dei dispersi o delle persone che hanno perso la vita. Riaperta, in occasione dell’anniversario, la stazione della metropolitana del World Trade Center, distrutta nell'attacco.

 

Giornalista
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