Febbre del Nilo, 125 persone contagiate in Italia

Sono state identificate 4 morti sospette in Veneto ed Emilia Romagna. A rischio soprattutto i soggetti anziani o debilitati da altre patologie croniche. Per il virus non esiste vaccino

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di Redazione
21 agosto 2018
15:16

Sono quattro le persone decedute a causa del virus tropicale West Nile. L'ultimo decesso è una pensionata di San Giovanni Lupatoto, nel veronese. La donna, di 85 anni, è morta a ferragosto nel nosocomio di Borgo Roma e soffriva già di una grave patologia. Era in ospedale per un controllo quando ha iniziato a lamentare sintomi come nausee e mal di testa: da qui i controlli e la diagnosi. «Quest’estate, la pioggia e il caldo - spiegano gli esperti - hanno favorito la proliferazione delle zanzare». Due residenti a Ferrara, di 69 e 86 anni, affetti da patologie cardio-vascolari, sono stati ricoverati rispettivamente il 30 al 31 luglio all'ospedale Sant'Anna, dove sono deceduti.

 


«Un altro decesso - ricorda l'Ausl (Azienda unità sanitaria locale) - era avvenuto negli ultimi giorni di luglio: un paziente residente a Cento, sempre nel Ferrarese. La malattia - precisa l'Ausl - può essere particolarmente grave per l'insorgenza di manifestazioni neuro invasive, specie in soggetti anziani o debilitati da altre patologie croniche».

 

La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus della famiglia dei flaviviridae, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Come è scritto nel sito dell'Epicentro, portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica «il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. In Italia può essere considerato la causa di 4 decessi fra Veneto ed Emilia Romagna. Non esiste vaccino, è l'ennesimo virus tropicale che ormai sembra essersi radicato alle nostre latitudini».

 

Nell'essere umano l'infezione può essere asintomatica, in oltre l'80% dei casi, o presentarsi come sindrome febbrile (cefalea, dolori muscolari e possibile eruzione cutanea). Dal 15 giugno è stato attivato un sistema regionale di sorveglianza. L'anno scorso, nel Lazio, si è verificato un focolaio simile di virus chikungunya (una malattia virale, caratterizzata da febbre e forti dolori, che viene trasmessa all'uomo da zanzare infette), inedito da noi fino a dieci anni fa, con un centinaio di contagiati. Un caso poco chiaro di malaria provocata da zanzare anofele, che mantengono viva l'allerta in tutto il Mediterraneo.

 

 

Paula Scalamogna

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