Catanzaro, la città dove la solidarietà è la più alta forma di spettacolarità

Nel capoluogo persino la beneficenza assume la funzione di strumento politico per gettare fumo negli occhi al fine di ricavarne un ritorno assai più utile e cospicuo

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di Danilo Colacino
6 aprile 2021
12:26

La spettacolarità della solidarietà. Veniva da sorridere, qualche giornata fa, assistendo alla quintessenza del farisaismo catanzarese di fronte alla realtà esistente nel capoluogo dove persino la beneficenza assume la funzione di strumento politico per gettare fumo negli occhi, celando ben altri interessi, al fine di ricavarne un ritorno assai più utile e cospicuo del tutto sommato irrisorio investimento sostenuto a...fondo perduto.

Perché dico questo? Semplice: ricordo gli insegnamenti di qualche vecchio saggio, che sul tema ammoniva: «Quando la solidarietà fa rima con la spettacolarità non sa di verità». E il motivo è presto detto: se qualcuno vuole aiutare una persona meno fortunata o semplicemente in difficoltà non lo fa sapere. A nessuno.


Non gli serve insomma pubblicità, salvo il suo commendevole comportamento non sottenda scopi diversi. Ebbene, a riguardo, se non siete ancora persuasi riflettete sul gesto di Massimo Bottura. Chef tre stelle Michelin - più volte eletto dalla Bibbia della Gastronomia francese miglior cuoco del mondo e peraltro imprenditore arcimilionario - che a Milano e in varie parti del Nord Italia ha aperto numerosi refettori pubblici per i poveri nell'ambito del suo inclusivo progetto “Food for Soul”, dal nome dell'associazione contro lo spreco alimentare.

Un sodalizio che offre cibo di alta qualità a gente indigente e quindi definita vulnerabile sotto il profilo della corretta alimentazione. Donne e uomini che, oltretutto, quasi di sicuro mai potrebbero permettersi le diverse centinaia di euro da spendere per poter consumare un qualunque menù degustazione della sublime ristorazione tristellata.

Un'azione encomiabile che a Bottura non porta alcun beneficio economico e da lui tenuto quasi nascosto con tanto di esclusione persino dai consueti circuiti di raccolta fondi. Un'attività dunque benemerita, oltreché permanente e a vantaggio di tutta la collettività, lontana anni luce da quelle - peraltro minime e isolate, ma in compenso sempre parecchio reclamizzate - di una città come il capoluogo per cui gli aiuti spesso elargiti da cavalier serventi di ben note organizzazioni politico-affaristiche, se non di peggio, sono - quasi prim’ancora di essere dati - comunicati anche su...Marte.

Non si contano infatti i comunicati stampa celebrativi, subito recepiti e pubblicati (ci mancherebbe), e gli annunci sui social conditi dai commossi commenti di approvazione dei componenti più o meno intercambiabili della solita, sempre la stessa, adorante “corte dei miracoli”. Una forma di pubblicità, neppure poi tanto occulta, così tanto strombazzata da essere a chilometri di distanza dalla vera, disinteressata ed effettivamente caritatevole, solidarietà.

di Danilo Colacino
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