E' figlio nostro...

L'ho ascoltato un paio di volte questo ragazzo e vi dico che è figlio nostro, meno distante da noi scandalizzati di oggi e indignati tutti i giorni dell'anno

di Redazione
2 maggio 2015
13:37

L'ho ascoltato un paio di volte questo ragazzo e vi dico che è figlio nostro, meno distante da noi scandalizzati di oggi e indignati tutti i giorni dell'anno.
Il giovanotto nel suo linguaggio intriso di "cioè", di "in che senso" e di "bordello" con semplicità disarmante sostiene che è giusto sfasciare tutto perché è una protesta, che le banche sono l'emblema della ricchezza e se non te la prendi con la ricchezza sei un "co...ne", che c'è un divario enorme tra i politici e le persone normali per cui bisogna utilizzare la violenza  se non capiscono con le buone, ecc..
Io penso che questo ragazzo non sia un mostro, ma sia il risultato della sedimentazione di almeno due subculture della nostra società: quella della sinistra extraparlamentare, riconoscibile dal linguaggio da fricchettone post moderno che si alimenta nel circuito dei centri sociali dove ultracinquantenni residuati bellici di altre stagioni politiche continuano a propagare una cultura della contestazione in pillole da wikipedia e quella antipolitica e anti-istituzionale che, invece, è assolutamente trasversale  agli schieramenti politici.
Una sub cultura che viene alimentata in tutti i modi da giornalisti e giornali di successo, da politici demagoghi e populisti e che pervade tutti i giorni il discorso pubblico di questo Paese e che alimenta l'antistatalismo, il sentimento di sfiducia ed ostilità contro le istituzioni (che non sono dei politici che le occupano temporaneamente ma appartengono a tutti e devono essere difese da tutti) e che però dallo Stato continua a volere protezione, sicurezza, assistenza.
L'atteggiamento di tutti coloro che evadono le tasse, parcheggiano l'auto in doppia fila o buttano l'immondizia indifferenziata nel bidone degli altri condomini e che però continuano a pretendere una polizia efficiente, un vigile ogni metro e una città pulita.
Come il ragazzotto in questione che, magari, prima di sfasciare la banca si sarà premurato di prelevare i soldini per pagare le benzina con la quale confezionare la sua bella molotov con la carta prepagata regalatagli da papà per il suo compleanno...

Cosenza, li 1 maggio 2015


Gabriele Petrone

Link dell'intervista al ragazzo "sfascia tutto"

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