Il piagnisteo della politica calabrese nel 2018 non farà passare il Giro nel 2019?

La riflessione di Luigi Colella che commenta la decisione della Rai di non comprendere la Calabria tra le regioni attraversate dalla carovana rosa per il prossimo anno

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di Redazione
1 novembre 2018
15:19
Il Giro d’Italia
Il Giro d’Italia

Lo scivolone del cronista Rai che ha aperto e chiuso due parentesi nere tra la cronaca della settima tappa del Giro d’Italia 2018 che ha attraversato la Calabria, ha solleticato non pochi esponenti politici calabresi. Indubbiamente non era il giusto contesto per parlare di certa cronaca e la levata di scudi non s’è fatta attendere, alcuni esponenti politici calabresi hanno reagito prontamente alla cattiva pubblicità veicolata attraverso i canali della televisione pubblica pagata dai contribuenti.
Per rimediare all'errore di una cronaca nera tra le pagine rosa di un Giro d’Italia che da più d'un secolo racconta le bellezze dell’Italia con il pretesto del ciclismo, Rcs Sport, che organizza l'evento, ha deciso di non comprendere la Calabria tra le regioni attraversate dalla carovana rosa.
Un milione e duecentomila spettatori hanno seguito la diretta della fatidica settima tappa del 2018 con la cattiva pubblicità che ha riguardato Paola e Cetraro. La cattura del latitante messicano che si nascondeva a Paola, tra le dieci persone più corrotte al mondo secondo la rivista americana Forbes, e la presunta nave dei veleni a largo della costa cetrarese, successivamente smentita dalla Dda nazionale come correttamente ha riferito il giornalista in chiusura d’intervento, hanno fatto sobbalzare dalle poltrone molti calabresi e loro rappresentanti politici. Interrogazioni parlamentari sono state inviate a Roma, consigli comunali si sono pronunciati, telefonate in diretta durante l’ottava tappa hanno cercato di puntualizzare quanto detto dalla telecronaca del giorno prima. La politica calabrese, per la maggior parte dello stesso colore, si è trovata d’accordo nell’affrontare la Rai e il suo cronista con una veemenza tale che non si era mai vista, almeno da quando, dal 1990, si parla di navi dei veleni nel Mediterraneo.


Il Giro d’Italia è una vetrina per potenziali turisti, circa un milione a tappa, la promozione del territorio dovrebbe passare dagli uffici del turismo che consigliano cosa dire e cosa inquadrare tra le bellezze paesaggistiche che attraversano i ciclisti, dalla Rai regionale che dovrebbe interfacciarsi con la Rai dei piani alti. Il danno arrecato pare sia stato ripagato dalla Rai che ha concesso spazi di promozione turistica come richiesto dalla politica locale. Il giornalista reo delle pillole di cronaca s'impegnò d’andare in vacanza a Cetraro e la politica ha avuto il suo minuto di gloria con un piagnisteo che non tutti i calabresi hanno cavalcato ma che nel 2019 la Calabria pagherà con il Giro che toccherà la sua tappa più meridionale a San Giovanni Rotondo.


 

 Luigi Colella

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