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di Anna Foti
1 giugno 2023
14:59

Il Parco della Mondialità di Gallico, la spiritualità universale riunita a Reggio Calabria

Più di 50 anni fa Padre Aurelio, missionario in Cina e nelle isole dell'Indonesia, fondò questa oasi di riflessione tra popoli e religione nel cuore della città dello Stretto

Destinazioni

Da oltre 50 anni, a Reggio Calabria c’è un luogo in cui la natura è culla prediletta di riflessione, preghiera, meditazione e contemplazione; è spazio a cielo aperto in cui ritrovarsi e stare insieme senza distinzioni di credo religioso. Un luogo in cui tanto il raccoglimento quanto la condivisione sono esperienze possibili e conciliabili. Il parco della Mondialità di Gallico superiore è il luogo in cui batte il cuore di una spiritualità universale che abbraccia, in uno scrigno naturale unico, tutti i popoli e tutte le religioni. Fondato nel 1970 da Padre Aurelio Cannizzaro, missionario saveriano in Cina e nelle isole Mentawai-Indonesia, oggi è patrimonio della diocesi di Reggio Calabria – Bova.

 Dopo la breve parentesi dei padri somaschi dal 2017 al 2019, la sua gestione è stata affidata al Cereso. Il Centro reggino di Solidarietà di Reggio Calabria da più di trent’anni è al fianco delle persone fragili e afflitte da problemi di dipendenza patologica. Associazione di ispirazione cattolica, senza fini di lucro, si impegna per la prevenzione del disagio e per il recupero. Il Cereso si ispira ai principi del progetto Uomo ed è parte anche di percorsi di giustizia riparativa con giovani del circuito penale esterno.


Il Parco della Mondialità, un centro educativo all’aperto dentro la città di Reggio Calabria

Educazione e condivisione, le direttrici dell’agire del Cereso, che ha accolto la sfida di rendere il parco sempre più fruibile da parte della cittadinanza, il cui apporto resta fondamentale. Direttrici che diventano parte integrante del percorso di rilancio dello stesso parco, che aspira a rappresentare un centro educativo all’aperto ma dentro la Città.  Il parco della Mondialità di Gallico è stato sempre un luogo di incontro interculturale e raccoglimento di cui l’aggregazione e l’ascolto di sé e degli altri hanno scandito il cammino fino ai giorni nostri. Così riflessione, preghiera, meditazione, contemplazione da oltre mezzo secolo qui trovano casa come anche la condivisione e la partecipazione ad iniziative collettive.

Vige da aprile l’orario estivo con apertura il mercoledì, il venerdì e il sabato dalle ore 16 alle 20. Il parco sarà aperto anche il prossimo 2 giugno dalle ore 10 alle ore 20 per coloro che vogliano trascorrere una giornata all’area aperta. Famiglie e gruppi, associazioni e scout, ma anche persone in cerca di un luogo di raccoglimento in un luogo in cui ci sia tanto verde e in cui all’ombra di pini e di ulivi sia possibile rilassarsi oppure svolgere attività ricreative, sono i benvenuti», ha sottolineato Lorenzo Di Raco, direttore tecnico e responsabile del personale del Cereso.

Il parco di Gallico è una risorsa per la comunità

«Quest’anno abbiamo anche ripreso la tradizione della suggestiva via Crucis dentro il parco che sorge accanto al Santuario della Madonna della Grazia e che è riferimento per la parrocchia di San Biagio. Il nostro è un percorso in fieri durante il quale, intercettando le energie del territorio, auspichiamo di tornare a radicare questa realtà piuttosto unica e significativa, nel tessuto della nostra comunità. Vorremo mettere a disposizione della cittadinanza spazi aperti e chiusi di condivisione e confronto, luoghi educativi nel quale agire anche attraverso delle attività di supporto scolastico ai bambini con bisogni educativi speciali. Il parco riserva spazi destinati ad attività culturali, educative, spirituali e di inclusione sociale e lavorativa. Ci sono aree destinate alla ricreazione e alla convivialità, come la terrazza e la pineta, e la sala accoglienza per i gruppi su prenotazione e la sala Don Sergi per i pernotti, anche queste da riattivare. Siamo assolutamente aperti e disponibili a collaborare e a intrecciare relazioni virtuose. Essenziale per noi è dialogare con il territorio convinti come siamo che questo parco, con i suoi cinque ettari di estensione quasi tutti fruibili, possa rappresentare una risorsa preziosa per la comunità», ha sottolineato ancora Lorenzo Di Raco, direttore tecnico e responsabile del personale del Cereso.

L’anfiteatro e l’afflato interreligioso 

Un ingresso verde e alberato scandisce l’ingresso del parco. Il laghetto della vita e l’aiuola di Pinocchio, con accanto l’area giochi per bambini e un campo da gioco da risistemare e da attrezzare anche per persone disabili, lasciano poi spazio all’originale anfiteatro. Esso è immerso in un vibrante afflato interreligioso. Esso si presenta, a chi entra nel parco, come un orizzonte puntellato da simboli di varie culture e religioni. Il respiro del luogo da subito si espande tutto intorno. Si apre il libro universale della spiritualità dei popoli. Ecco le diverse pagine: il presepe, la moschea, la menorah, la pagoda, la piramide, il tucul africano. Proseguendo dentro il Parco, ci si ritrova sul viale della redenzione o via crucis. La natura si intreccia con le scene evangeliche del Calvario che conducono ad un promontorio dominato da tre croci, con Maria ai piedi del Salvatore crocifisso. Quindi la riproduzione della Pentecoste e dell’Ascensione, la cappella dell’Ultima cena e il lago (artificiale) del Salice al momento inattivo. Un affresco pregno di Fede immerso nella natura che è anche segno dell’opera dell’uomo in uno scenario immerso nella natura e nella sua bellezza.

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