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di Ilaria  Giampà
11 settembre 2022
06:30

Come nascono le pipe: dai boschi calabresi l’erica migliore per realizzare piccoli gioielli di artigianato

Amate da personaggi illustri, hanno ispirato sinfonie e opere letterarie fino a diventare finanche ricercati oggetti da collezione

Storie

Quando l’ultima stella si spegne nel cielo, l’uomo adagio prepara una pipa e l’accendeTermina così la celebre poesia Lo Steddazzu di Cesare Pavese, l’ultima scritta durante il periodo di confino a Brancaleone, in Calabria.  Nei versi e nella vita di tutti i giorni, la pipa fu compagna di Pavese così come di altri uomini – e anche donne – famosi e sconosciuti.

Simbolo di calma, di meditazione, di tempo che sfocia nella riflessione e nel pensiero, la pipa, da mero oggetto per fumare tabacco, ha acquisito nei secoli valori estetici che esulano dalla sua funzione principale. E la gestualità messa in atto dai fumatori di pipa è considerata come una vera e propria liturgia che allontana dai ritmi frenetici, dallo stress e predispone al silenzio e alla rilassatezza.


La pipa è uno di quegli oggetti che maggiormente compaiono nella sterminata produzione pittorica di Van Gogh: famosi sono i suoi capolavori in cui si ritrae nell’atto di fumarla.

Vizio elegante di artisti, poeti, scrittori: Beethoven, Bach, Shakespeare, Byron, Hemingway, Joyce, Umberto Saba, Ungaretti, Giovanni Pascoli, Baudelaire, Rimbaud, Simenon, ma anche Einstein e Freud. Perfino le scrittrici George Sand e Virginia Woolf e l’attrice Greta Garbo erano grandi estimatrici della pipa. 

Amata da personaggi illustri, ha ispirato sinfonie e opere letterarie fino a diventare un oggetto da collezione e, addirittura, fino alla sua musealizzazione. Lo ricordano bene, ad esempio, i tifosi che nella storica finale dei Mondiali del 1982 guardarono il Presidente Pertini e l’allora CT della Nazionale Bearzot scambiarsi la pipa esultando per la vittoria degli azzurri.

E la Calabria, con la sua radica pregiata, l’Erica Arborea, presente nei boschi delle Serre, dell’Aspromonte e della Sila, consegna una materia prima unica agli artigiani calabresi, le cui sapienti mani e il rispetto della tradizione rendono ogni pipa un gioiello di eleganza dall’ottimo sapore. 

L’Erica Arborea è un arbusto sempreverde, che vegeta tra i 450-1100 metri di altitudine, dalla cui radice si ottiene il “ciocco”, da molti definito “diamante vegetale” la cui bellezza nella venatura, la durezza, la resistenza al fuoco e la fiammatura, consentono di avere tra le mani (e tra i denti) un prodotto di valore. 

Le pipe Grenci: raffinatezza famosa in tutto il mondo

Veri e propri gioielli di artigianato, le Pipe Grenci sono capolavori di autenticità e naturalezza che hanno il sapore della lentezza. Venti anni è il tempo minimo che occorre prima che il Maestro Vincenzo Grenci si dedichi alla realizzazione di ciascuna delle pipe nella sua bottega che odora di legno, a Brognaturo, dopo aver personalmente scelto la materia prima nei folti boschi delle Serre vibonesi

È proprio la pregiata radica calabrese che Grenci porta in bottega e intaglia per formare quelle che vengono definite “placche”, destinate alla bollitura in caldaie di rame per eliminare il tannino e poi fatte riposare per garantire un lento processo di essiccazione naturale. Ventidue ore di bollitura, venti anni di stagionatura, un giorno per l’intaglio e uno per le rifiniture. In sostanza, oggi, nella sua bottega, Vincenzo Grenci ha tra le mani le radiche estirpate nel 2002, l’anno in cui in Italia veniva introdotto l’euro.

Un procedimento che richiede pazienza, precisione, passione e tempo: gli insegnamenti che Grenci ha ereditato dal padre Domenico, che aveva fatto fortuna realizzando le sue pipe da emigrato in America e che nel 1965 decide di rientrare nel piccolo borgo di Brognaturo per proseguire la sua attività. 

Grenci è conosciuto e apprezzato non solo in Italia, dove ha avuto, tra gli altri, estimatori come Bearzot, Lama, e il Presidente Pertini – il cui incontro con Domenico Grenci è stato immortalato in questa foto storica – ma anche all’estero.

Il 2 giugno del 1997 è il Presidente Scalfaro a fregiare Domenico Grenci dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine del Merito della Repubblica.

Un’eccellenza di artigianato calabrese protagonista delle riprese del regista premio Oscar Gabriele Salvatores che da Grenci è arrivato in occasione dell’Expo di Dubai 2020 per raccontare l’arte e la maestria che rendono ogni sua pipa un capolavoro di indiscutibile valore (clicca qui per vedere il video). 

Il segreto del successo risiede nella qualità della materia prima che nasce in un incantevole patrimonio forestale, nella lavorazione che segue fedelmente i metodi di un tempo e nella fantasia di raffinare e modellare pezzi unici.  

«Sono tanti gli estimatori celebri, ma la pipa è anche estremamente popolare – spiega il Maestro Grenci. Sta conoscendo una nuova stagione di successo ed è sempre più apprezzata dai giovani e dalle donne. Per fumarla ci vuole una predisposizione d’animo. A differenza della sigaretta, esige una cura quotidiana e un rituale: la pulizia della pipa, la selezione della miscela, il controllo della combustione, il fumo che si sparge intorno. Sono piaceri sublimi che bisogna saper apprezzare con modi e tempi giusti. Non si può avere fretta e credo che questa sia una lezione di vita contro la frenesia contemporanea. E poi, la pipa resta con noi in attesa della fumata successiva, mentre il sigaro e la sigaretta si dissolvono per sempre nell’aria».

Intanto Grenci pensa alla prossima radica da estirpare, che lavorerà nel 2040 insieme a sua figlia Anita, già immersa nel profumo di pipe che sprigiona la bottega del suo Maestro.

Calabria Pipe dei fratelli Carlino: l’arte della pipa da quattro generazioni 

Rigorosamente Made in Calabria sono le pipe che il marchio Carlino, da Mandatoriccio, produce ed esporta nel mondo da un secolo. Una lunga tradizione che si tramanda da 4 generazioni e si compone soprattutto di esperti e specialisti abbozzatori di radica, maestri del taglio: i cosiddetti “segantini”. 

L’azienda fu costituita nel 1931 dai fratelli Carlino che si affermano ben presto grandi produttori di abbozzi nel mondo. Con l’inizio del secondo conflitto mondiale l’attività subisce una limitazione in quanto molti lavoratori dipendenti sono chiamati alle armi, ma nonostante il conflitto l’attività prosegue e la produzione degli abbozzi per pipe non cessa. Solo agli inizi degli anni 50 l’azienda si ricompone e riprende la sua attività a pieno regime, valorizzando la sua produzione con abbozzi e placche di altissimo livello, in linea con una clientela sempre più esigente e alla ricerca di venature eccellenti e tagli particolari da cui ricavare pipe di grande valore.

Carlo Carlino, Maestro artigiano titolare di Calabria Pipe, segue così le orme del padre tramandando i segreti e gli insegnamenti di chi l’ha preceduto e ampliando la produzione fino alla creazione finale di pezzi unici ed eleganti, rigorosamente in radica calabrese. «Ogni fase di lavorazione – racconta fiero Carlo – viene svolta interamente nella nostra azienda, dal taglio dei ciocchi di radica nella Sila Greca alla bollitura, dalla stagionatura naturale fino alla realizzazione delle pipe di alta qualità, di prestigio e dal valore unico». Un processo lungo e accurato che richiede, per ogni pipa, mediamente più di 100 passaggi manuali e porta con sé la bellezza e la sapienza di una lavorazione artigianale minuziosa, frutto della passione che lega la famiglia Carlino alle pipe e che è valsa perfino un telegramma di apprezzamento da parte del già citato intenditore di pipe Sandro Pertini

Un attestato di  stima di grande valore, che potrà essere oggetto di ammirazione, insieme a numerose pipe antiche di rara bellezza, a strumenti e a macchine da lavoro risalenti agli anni ’50 e ‘60, nel Museo della Pipa di Carlino che sorgerà proprio nei locali che hanno visto crescere e rafforzarsi negli anni il successo dell’azienda. Un successo che si estende ben oltre i confini dell’Italia e arriva fino in Cina, Stati Uniti e Russia dove appassionati estimatori della pipa riconoscono nell’artigianato calabrese delle pipe di Carlino esemplari unici, capolavori che si distinguono per estetica, eleganza e funzionalità.

Foto pipe antiche Carlino, realizzate interamente a mano da pezzi di radica particolarissimi chiamati occhio di pernice. 

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