A Scalea un'oasi di speranza per contrastare la criminalità

VIDEO | La cooperativa Progetto Germano con la creazione di un orto sociale ha dato la possibilità di un futuro diverso a molti giovani che vivono in una terra martoriata dal malaffare

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di Francesca  Lagatta
9 dicembre 2018
12:12

Può un orto sociale tenere lontano i ragazzi lontano dalla strada e dalle maglie della criminalità? A guardare i risultati ottenuti dalla cooperativa "Progetto Cooperativa Germano" di Scalea la risposta è sì.

Nata nel maggio del 2013, attualmente l'orto sociale tiene a libro paga otto persone del posto, tra cui un giovane agli arresti domiciliari, con un permesso speciale di lavorare dalle 8 alle 14, e due persone che scontano pene minori.


Il presidente della cooperativa è Fabio Cifuni, anch'egli assunto nel progetto, che da anni lotta contro ogni forma di illegalità e sopruso nel tessuto sciale dell'alto Tirreno cosentino.

La storia

Fabio Cifuni cresce a San Giorgio a Cremano, la città del Napoletano che diede i natali a Massimo Troisi. Ben presto si trasferisce a Scalea, dove incontra l'amore della sua vita, convola a nozze e con sua moglie apre un negozio di telefonia. I primi anni l'esercizio commerciale è finte di soddisfazioni, ma poi la crisi imperante e la concorrenza agguerrita li costringono a chiudere i battenti.

E' il 2011. Fabio ha 40 anni e vive un momento di disperazione. Bussa a tante porte ma nessuno apre. Rimanere senza lavoro, a quell'età, spesso può rappresentare un dramma. Passa più di un anno, tra il buio e lo sconforto, e per pure caso Fabio si ritrova faccia a faccia con una realtà devastante. Molti suoi coetanei sono in cura al Sert per liberarsi dalle dipendenze di alcool e droghe. D'un tratto si sente fortunato e al tempo stesso in colpa: «Cosa stiamo facendo - si chiede tra sé e sé - per evitare questa deriva?».

Passano ancora poche settimane e Fabio e i suoi amici mettono in piedi la cooperativa sociale chiamata "progetto Germano".

Nel nome di Germano

Germano è uno dei primi ragazzi che Fabio conosce quando si trasferisce in Calabria. E' un gran lavoratore, una persone leale e onesta, che si mostra spesso disinteressato ai beni materiali. Ma i sogni dei suoi pochi anni si infrangono poco dopo, quando una leucemia fulminante lo strappa per sempre alla vita.

La nascita dell'orto sociale e le minacce

Per prima cosa la cooperativa cerca dei terreni da coltivare, l'idea è quella di creare un orto sociale nel quale impiegare ragazzi con disagi, ma gli scugnizzi del posto non gradiscono che si sottragga la manovalanza alla criminalità e comincia una lunga serie di minacce. Nella cooperativa, da otto soci diventano tre nel giro di poche settimane.

Fabio invece non arretra di un millimetro, è in qualche modo preparato e va avanti come un treno tra una piantagione di pomodori e una denuncia inoltrata alle forze dell'ordine. Ma non c'è niente da fare. Ignoti, ripetutamente, si introducono nelle decine di ettaro di terreno di località Pantano e fanno dispetti. Una volta sradicano gli alberi di limone, un volta tagliano le piante di fave, un'altra ancora portano via la rete metallica.

Contemporaneamente, il progetto cresce e si estende a macchia d'olio. Tanti ragazzi si avvicinano a quella realtà, che viene notata ben presto dagli ambienti clericali e dalle associazioni del posto. Intorno alla cooperativa si alza una sorta di scudo e i minacciatori seriali, uno ad uno, finiscono in galera perché coinvolti in importanti inchieste della magistratura. 

La produzione e la vendita dei prodotti

Progetto Germano diviene un marchio e la raccolta di verdura e ortaggi si trasforma in un business che permette alla cooperativa di andare avanti. Il progetto adesso è una solida realtà che ha tutte le caratteristiche di una azienda. Le idee e l'entusiasmo si moltiplicano, le necessità di aiutare pure e i soci si rendono conto di aver bisogno di altro supporto.

Il crowdfunding

Stavolta il pensiero è rivolto alle ragazze svantaggiate, lasciate sole a crescere i propri figli o emarginate. Anche loro devono avere la possibilità di un contratto di lavoro che restituisca dignità. Ma siccome la cooperativa non usufruisce di finanziamenti pubblici, si affida alla raccolta fondi on line, ancora in corso, così da rendere ancora tutto più trasparente. Tutte le informazioni sono reperibili sulla pagina facebook "Scaliando".

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