Bene Garanzia Giovani: attenti alla burocrazia e ai predatori

Saranno stati 2000 ad affollare l’anfiteatro della fondazione Terina di Lamezia Terme per partecipare alla presentazione del programma, “Garanzia Giovani”, varato dalla Giunta Regionale.
di Pasquale Motta
12 marzo 2015
18:44

C’erano i giovani, ma anche i loro genitori, una partecipazione massiccia che ha colto di sorpresa gli stessi organizzatori. I giovani sono venuti da tutta la Calabria, alcuni anche con pullman organizzati da diversi sindaci. E anche i sindaci erano tanti, anche perché loro, il problema della disoccupazione se lo trovano ogni mattina sull’uscio di casa appena stanno per iniziare la giornata. Ero lì per la mia testata, ho intervistato alcuni giovani,  sindaci, dirigenti della regione e alcuni sindacalisti. Negli occhi degli intervistati ho visto la speranza, ma anche il disincanto e la fisiologica diffidenza  verso la politica. D’altronde non è la prima volta che, la Regione, presenta in pompa magna un’iniziativa di questo tipo per poi disperdere il tutto nell’oblio delle burocrazia, o peggio, nelle fauci degli squali della speculazione. Tuttavia l’interesse dei giovani e delle loro famiglie verso il tema dell’iniziativa ha dimostrato, se ancore ce ne fosse bisogno, che quello del lavoro, e’ il problema dei problemi in questa regione. Spesso, media e politica riempiono le prime pagine di Sanità, liti tra e nei partiti, ma la grande questione di questa regione, e’ solo una e viene prima di tutto: la fame di lavoro. Lo sanno bene i giovani che si sentono alieni in una  terra che sostanzialmente li spinge fuori di essa. Lo sanno bene le famiglie che, spesso, si fanno carico del loro mantenimento fino a 30 o 40 anni. Bene ha fatto  la Giunta regionale guidata da Mario Oliverio nell’individuare al primo punto della sua agenda l’ emergenza lavoro e, bene hanno fatto, a varare un provvedimento che, comunque, favorisce la strada dell’intrapresa economica con la quale creare sviluppo. Perché diciamocelo senza fraintendimenti, senza sviluppo, non ci sarà occupazione stabile per nessuno. I contenuti trattati nella conferenza di Lamezia, dunque, lasciano ben sperare. Oliverio, ha annunciato che tutte le risorse comunitarie saranno spese verso questa direzione, ovvero, sviluppo e lavoro. Nel frattempo ha annunciato una conferenza sulla povertà  e  l’intenzione  di varare una sorta di reddito minimo per la Calabria come sollievo allo stato della disoccupazione. Ora però, non bisogna sottovalutare i rischi nell’attuazione di queste azioni che, non dimentichiamolo, sono quelli di sempre, e che potremmo sintetizzare sostanzialmente in due grandi fattori: Rischio burocrazia e, dunque,  tempi,  Rischio predatori e, dunque, truffe e speculatori.


BUROCRAZIA. La disoccupazione e’ un’emergenza legata alle generazioni e alla sopravvivenza. Il fattore tempo, dunque, e’ determinante. In passato le lentezze burocratiche, non solo quelle legate alla Pubblica amministrazione ma anche quelle legate agli istituti di credito gestori delle somme pubbliche, hanno già ucciso iniziative simili a “Garanzia Giovani”.  La regione, per scongiurare un tale rischio,  dovrebbe dotarsi di veri e propri istituti di vigilanza su eventuali abusi della burocrazia e degli istituti finanziari. La burocrazia in questa terra ha fatto più danni delle catastrofi narrate dalla famosa poesia di Leonida Repaci sulla Calabria. Se si dovessero creare degenerazioni burocratiche, l’aspettativa che si è creata nella conferenza di Lamezia, potrebbe trasformarsi rapidamente in risentimento, disincanto e, ciò,  determinerebbe la perdita definitiva di ogni credibilità della Giunta Regionale.
PREDATORI. I predatori  sono sempre presenti quando il pubblico eroga fondi pubblici. Chi sono? Sono coloro che in questi anni si sono pappati i soldi della formazione, della 488, e di tante altre iniziative legate allo sviluppo in Calabria. Imprenditori, società di consulenza, mediatori di affari, progettisti senza scrupoli, i quali, hanno utilizzato queste opportunità non per creare sviluppo, ricchezza, occupazione, ma semplicemente per rapinare questa terra. Se oggi in Calabria siamo all’anno zero, non è solo per la crisi, ma anche perché i predatori hanno scorrazzato sui fondi pubblici in lungo e in largo senza controllo, anzi, con autorevoli complici tra diversi imprenditori calabresi, alcuni in buona fede, altri conniventi. Hanno rapinato,  corrotto e lasciato un cumulo di macerie. Le lingue che hanno parlato sono state lombarde, toscane, emiliane, piemontese e romana. Spesso, questo intricato mondo di speculatori, affaristi e veri e propri rapinatori, hanno avuto i loro referenti tra i burocrati della regione ma anche tra gli inquilini di Palazzo Campanella e, naturalmente, buone entrature tra i colletti bianchi della ‘ndrangheta. Qualcuno di questi predatori si aggirava l’altro giorno nel parterre della conferenza della Fondazione Terina con lo stesso passo  dello sciacallo che si aggira sulle carcasse delle carogne, ci auguriamo che, gli esponenti politici che governano la Calabria, sappiano individuare e isolare i soggetti che questa terra l’hanno ridotta al collasso. La salvezza di questa regione, passa anche dalla capacità della sua classe dirigente di saper individuare la buona economia, la buona professionalità, da quella dei “predatori  di un’Arca” che, forse, ancora non sembra definitivamente perduta.
Pasquale Motta.


Giornalista
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