IL 22 SETTEMBRE RIAPRE LA CACCIA, L'IRA DEGLI AMBIENTALISTI CALABRESI

Il WWF denuncia la scarsa sorveglianza sul fenomeno del bracconaggio e l'eccessiva libertà di 'uccidere' concessa ai cacciatori
19 settembre 2014
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CATANZARO - Il 22 settembre riapre ufficialmente la stagione della caccia. E come ogni anno si riaccendono le polemiche. Sul piede di guerra la più attiva tra le associazioni ambientaliste sul territorio nazionale. "La tregua è finita - scrive il WWF Calabria in una nota- con l'apertura della caccia, da domenica prossima migliaia di fucili saranno puntati contro esseri inermi inseriti dalla Regione nel cosiddetto calendario venatorio, un vero e proprio elenco di condannati a morte mediante fucilazione". Aspre le critiche alla Regione Calabria, che ha concesso due giorni di preapertura, durante i quali, secondo gli ambientalisti, sono state colpite anche specie considerate protette, a causa della presenza del fenomeno del bracconaggio. "L'intento di responsabilizzare il cacciatore all'interno di un Ambito Territoriale di Caccia (ATC) di dimensioni limitate - secondo gli esponenti dell'associazione - è stato stravolto e cancellato anche in Calabria con la creazione di ATC di migliaia di km quadrati , o con la concessione di "pacchetti" di giornate durante le quali si puo' andare a sparare ai migratori in Ambiti diversi da quello proprio. Frutto della volontà di perpetuare quel "nomadismo venatorio" che -denunciano gli attivisti- rappresenta uno dei mali originari della caccia italiana, aggravato dal mantenimento dell'anacronistico art.842 del Codice Civile che consente ai cacciatori di accedere liberamente nei terreni degli altri senza il consenso del proprietario; un privilegio che, per legge, assegna alla caccia circa il 70% della superficie agro-forestale del paese". (lc)

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