Il caso Cospito, il “pericolo” anarchico e i problemi reali del Paese

I governi continuano a inventarsi un nemico minaccioso, o meglio una minaccia “nemica” dell’ordine, per sviare l’attenzione delle masse sulle questioni che contano 

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di Carlo Crippa
25 febbraio 2023
13:45

Si è già detto del governo Meloni e del suo strillare a vuoto sul “pericolo anarchico” in relazione al cosiddetto “caso Cospito”, che si vuole fare passare, contro ogni evidenza, per un “caso” personale. Si è detto anche di quel vecchio trucchetto dei governi italiani di tutte le tendenze – e forse dei governi di tutti i tempi – che consiste caso- dai problemi reali del paese.

Quello che non si è ancora detto è che, per completare una simile operazione “Al lupo! Al lupo!”, occorre anche che delle “minacce” agitate come facile spauracchio ci siano delle “prove” materiali. E, nel caso di Cospito e del 41 bis, queste cosiddette “prove” sono arrivate, con un tempismo perfetto, nella forma di messaggi anonimi che evocano attentati e di buste con dentro proiettili ancora più anonimi. Certo, come è stato osservato, normalmente gli attentati si rivendicano, non si minacciano. Ma lasciamo andare.


Ora però, poiché chiunque può inviare simili messaggi, simili buste e simili proiettili, domandiamoci a chi possa servire questo “messaggio” evidentemente preconfezionato. Quindi ragioniamo e vediamo se abbiamo capito bene. 

I cosiddetti anarchici “informali” lanciano una serie di minacce ai loro nemici, reali o presunti.  Questo ci potrebbe stare. 

Ma quando decidono di fare tutto questo?  Nel momento in cui un loro militante in carcere si batte contro il 41 bis.

E quale può essere la conseguenza di un simile modo di procedere? Una sola, quella che in effetti è avvenuta, cioè la blindatura del 41 bis e la giustificazione “morale” per la repressione indiscriminata di qualsiasi eventuale iniziativa di dissenso politico su qualsiasi argomento. Naturalmente  ogni argomento, a seconda della convenienza, verrà di volta in volta arbitrariamente assunto a “pericolo” per la ”sicurezza” nazionale, per la democrazia e quant’altro. 

Quale spiegazione dobbiamo dare a questo curioso fenomeno per cui vince sempre il banco? Si tratta, per dirla con Weber, di “paradossi delle conseguenze”? Abbiamo un governo particolarmente intelligente? Abbiamo degli anarchici particolarmente stupidi? Si tratta di una pura coincidenza?   

Quale che sia la spiegazione, quello che è certo è che di 41 bis non si riparlerà più per chissà quanto. D’altronde non è certo la prima volta che si grida al lupo per cercare la repressione. Nel 2001, a Genova, prima dell’inizio del G8, furono recapitate addirittura lettere esplosive, di cui ovviamente non si venne mai a conoscere la paternità. All’epoca quelle lettere furono funzionali alla narrazione governativa del “tragico incidente” relativo all’uccisione di Carlo Giuliani.  Speriamo di risparmiarci il morto questa volta. 

              

di Carlo Crippa
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