Intimidazione a Montepaone, Bova: «Serve presa di posizione collettiva»

Il presidente della commissione anti 'ndrangheta interviene sull'intimidazione ai danni del dirigente comunale Franco Ficchì
di Redazione
26 marzo 2018
12:58
Arturo Bova
Arturo Bova

Sull’intimidazione subita dal responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Montepaone, Franco Ficchì, interviene anche l’onorevole Arturo Bova, Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria.
Con un comunicato diramato in queste ore, il consigliere regionale ha auspicato una risposta da parte dello Stato «puntuale ed efficace», di concerto con una «presa di posizione collettiva da parte della politica e dei calabresi tutti. In Calabria – ha proseguito Bova - si è superato ogni livello di guardia: assistiamo giorno per giorno ad una escalation criminale da Chicago anni ’30, che deve essere interrotta al più presto».

 


Il presidente si è detto pronto a organizzare una manifestazione «che porti i calabresi perbene e i rappresentanti delle Istituzioni a esprimere pubblica solidarietà a chi ha subito atti intimidatori» rendendosi inoltre promotore di un incontro tra i sindaci, la Prefettura e le forze dell’ordine per «tracciare un percorso condiviso che parta dalla massima disponibilità dei sindaci e dei dipendenti comunali nel rivolgersi alla magistratura e alle forze di polizia senza timore alcuno, ma che possa anche portare questi ultimi a guardare con maggiore fiducia a chi amministra gli enti locali, instaurando così un rapporto di collaborazione reciproco volto a semplificare il lavoro di tutte le parte coinvolte nell’affermazione della legalità sul territorio calabrese».


In conclusione Bova si è augurato che presto possa vedere la luce il testo unico contro la ‘ndrangheta da lui stesso elaborato in qualità di presidente della commissione, affinché possano essere approntate «alcune disposizioni normative che potranno contribuire nel sostenere i sindaci nella loro azione amministrativa quotidiana, aiutandoli ad uscire dall’isolamento in cui, spesso, un amministratore è confinato dagli obblighi di legge che gli assegnano poteri esclusivi e lo espongono quindi al rischio di minacce e intimidazioni».

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