Bando periferie, Catanzaro perde 34 milioni. «Granato (M5s) protestava, ora sta zitta»

La senatrice pentastellata nel luglio scorso era intervenuta con toni durissimi contro il Comune di Catanzaro in forte ritardo sulla progettazione dei quindici interventi previsti. Dopo la decisione del Governo di bloccare gli investimenti il suo silenzio scatena gli oppositori politici che l'accusano di incoerenza e di un clamoroso autogol

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di Luana  Costa
10 agosto 2018
17:42
Maria Laura Granato
Maria Laura Granato

«Qualora vi fossero ritardi la responsabilità ricadrebbe su Longo e in primo luogo sul sindaco, che ora è avvertito». Così tuonava la senatrice pentastellata Bianca Laura Granato il 16 luglio scorso quando, a seguito di un'inchiesta pubblicata da questa testata, si era fatta largo l'ipotesi di una possibile perdita del finanziamento del valore di 34 milioni di euro destinati alla riqualificazione delle periferie degradate a causa dei ritardi accumulati dal Comune di Catanzaro nella stesura delle progettazioni relative ai quindici interventi previsti. 

 

Il tiro al piccione cinquestelle

Hanno gioco facile adesso i consiglieri comunali del gruppo facente capo al sindaco Sergio Abramo a sparare ad alzo zero contro la senatrice che fa pur parte della maggioranza di Governo che con un emendamento al Milleproroghe ha cancellato con un colpo di spugna i finanziamenti destinati anche al capoluogo di Regione. «Il voto della Granato è stato un clamoroso autogol», criticano i consiglieri comunali. «L’auto-sconfessione della senatrice catanzarese Bianca Laura Granato è l’ennesima dimostrazione di quanto sia inadeguato il movimento Cinquestelle. Forse non hanno ancora capito, i pentastellati, che sono al governo e che l’approvazione dell’emendamento al Milleproroghe rischia di cancellare, insieme a quelli per tanti altri Comuni, anche il finanziamento da 30 milioni di euro per la riqualificazione delle periferie di Catanzaro». Non meno tenero il consigliere regionale Domenico Tallini che rincara la dose parlando di "scippo con destrezza" e chiedendo alla deputazione del Movimento 5 Stelle di «spiegare ai cittadini di Corvo, Aranceto, Fortuna, Podargoni, Vagliolise, via Popilia, i motivi di questa decisione che letteralmente uccide le possibilità di rinascita di tante aree urbane a rischio».


 

Gli interventi previsti

Erano infatti i quattro quartieri situati nella zona sud della città piagati dall'assenza di servizi ma anche dalla presenza di centri di malaffare ad essere stati individuati dall'amministrazione comunale come beneficiari del finanziamento statale di 34 milioni di euro, frutto in parte del contributo di un gruppo di privati. Il Corvo, l’Aranceto, Pistoia e Fortuna sarebbero divenuti oggetto di interventi volti all’ottimizzazione della viabilità stradale e all’incremento delle aree verdi, all’ampliamento del sistema di videosorveglianza, alla ristrutturazione di impianti sportivi e di edifici scolastici. Quasi tutte le arterie che attraversano i quartieri Pistoia, Corvo e Aranceto erano quelle da sottoporre ad un’opera di risistemazione, in particolare via Sardegna, via Sicilia e viale Magna Grecia. Era prevista poi la realizzazione di tre rotatorie: una da posizionare all’imbocco del quartiere Fortuna, una all’ingresso dell’Aranceto e un’altra per facilitare l’accesso al rione Corvo. Qui avrebbero visto la luce vaste aree di verde pubblico e parchi urbani oltre a spazi adibiti a parcheggio. La serie di interventi comprendevano inoltre la creazione di una piazza nel quartiere Aranceto mentre sarebbe stata sottoposta ad un’operazione di ristrutturazione la pista ciclabile che corre lungo il letto del torrente Fiumarella fino al quartiere Santa Maria. Infine, rientravano nel novero delle opere da ristrutturare con risorse statali: il palazzetto dello sport del quartiere Corvo, la scuola materna, la scuola primaria, il centro sociale e il campo sportivo all’Aranceto e la scuola del quartiere Pistoia.

 

I finanziamenti privati

A questi si sarebbero aggiunti gli interventi da realizzare con le risorse messe a disposizione dall’associazione Interregionale “Vivere Insieme”, 16 milioni di euro, il cui fulcro era localizzato nel quartiere Corvo, dove sarebbero state realizzati campi da tennis e da calcio, un centro sanitario, un centro sociale polivalente per anziani e per giovani e un’area di sgambettamento per gli amici a quattro zampe munito di percorso agility.

 

Luana Costa

 

 

Giornalista
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