CASO MATACENA: CLAUDIO SCAJOLA AI DOMICILIARI. RESTA IN CARCERE CHIARA RIZZO

Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria concede gli arresti domiciliari all’ex ministro dell’Interno mentre la moglie di Amedeo Matacena non potrà lasciare nel penitenziario di Arghillà.
13 giugno 2014
00:00

REGGIO CALABRIA - Resta in carcere Chiara Rizzo. La moglie di Amedeo Matacena non potrà lasciare la sua cella. Rimarrà nel penitenziario di Arghillà a Reggio Calabria. A deciderlo è stato il Tribunale della Libertà che ha rigettato il ricorso presentato dai legali della donna, Alfredo Biondi e Bonaventura Candido. Concessi invece gli arresti domiciliari all’ex Ministro Claudio Scajola. Il ricorso presentato dai difensori dell’ex capo del Viminale è stato parzialmente accolto. Nelle prossime ore, dunque, Scajola potrà fare rientro nella sua residenza di Imperia. La decisione dei giudici è stata depositata questa mattina.  

 


La dichiarazioni di Scajola. Dai verbali dell’interrogatorio tenuto giorni addietro al cospetto dei magistrati della DDA di Reggio e della DNA erano emersi nuovi dettagli in un’inchiesta che potrebbe allargarsi a macchia d’olio. Le dichiarazioni dell’ex ministro dell’Interno che ha negato di aver fatto affari con Amedeo Matacena, non risparmiano neppure  Vincenzo Speziali, nipote dell’ex senatore del Popolo della Libertà. Un uomo, a quanto pare, con il desiderio ardente della ‘seggiola’ in Parlamento.  “Speziali mi disse  - ha asserito il noto politico - che aveva incontrato diverse volte Dell’Utri. Io ho sempre arguito che lui per la sua candidatura dovesse cercare tutti gli sponsor che poteva. Quindi anche Dell’Utri”. Poi ha proseguito: “Fu lo stesso Speziali a prospettarmi l’eventualità dell’asilo politico per Matacena in Libano. E in occasione di un viaggio dell’ex presidente libanese Amin Gemayel mi chiese di combinargli un incontro con Berlusconi”. Su Chiara Rizzo ha invece dichiarato: “Era una donna sola,  indifesa, scossa e incasinata. Le avevo detto al telefono che Amedeo Matacena doveva tornare. Un marito latitante è peggio che in prigione. Il mio scopo non era tuttavia quello di preservare l'armatore, ma di aiutare lei a farsi una vita normale”.

 

 

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