Catanzaro, centro vaccini all’ente fiera: a un mese dall’annuncio si fa solo giardinaggio

Il sindaco Sergio Abramo lo scorso 5 marzo aveva dichiarato che la struttura sarebbe diventata un grande hub per la somministrazione del siero anti-Covid ma ancora nulla è stato fatto

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di Danilo Colacino
3 aprile 2021
09:45

Annuncio roboante, lo scorso 5 marzo. A farlo il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo. La notizia comunicata? «Ho attivato le procedure necessarie per trasformare l'ente fiera di Lido in un mega-centro per le vaccinazioni antiCovid». Bene, bravo, bis allo stesso capo dell'Amministrazione municipale. Uno a cui si può contestare di tutto, tranne la mancanza di "decisionismo". In particolare quando c'è da strizzare l'occhio alla maggioranza dei cittadini con il cui sentimento popolare dominante si connette subito.

Basti pensare all'anno scorso di questo periodo, quando in piena onda d'urto da scoppio della pandemia si mise alla testa della macchina organizzativa - come nel caso degli aiuti alimentari e dei buoni comunali che noi ribattezzammo gli Abramo-bond, da distribuire alle famiglie rese improvvisamente bisognose dalla sopravvenuta mancanza di una fonte di reddito a causa del lockdown - per far toccare con mano l'attivismo di un sindaco in prima linea accanto alla comunità in forte ambasce.


L'ennesima dimostrazione, semmai ce ne fosse stato bisogno, che il Sergìun (come lo chiamiamo noi da quando si è 'fidanzato' con la Lega) non è - come dice di se stesso, schermendosi - soltanto un oculato amministratore bensì è anche un politico di consumata esperienza. Al di là di tutto, però, ad Abramo erano arrivate grandi manifestazioni di apprezzamento allorché aveva pensato di creare le condizioni per la tramutazione - momentanea, s'intende - dell'ente fiera dell'ex area Magna Graecia in uno "sconfinato" impianto per effettuare le immunizzazioni al Sars-Cov-2.

Un modo per dimostrare tangibilmente come quella che noi abbiamo definito (non senza una robusta dose di ironia) una sorta di Allianz Arena, molto simile a uno dei moderni stadi di calcio o grandi palasport di tutta Europa, potesse invece essere fruibile e utilissima ad appena qualche mese dalla strombazzata inaugurazione con tanto di sontuoso rinfresco per i presenti fra cui una folta schiera di operatori dell'informazione.

Sergio Abramo aveva quindi immediatamente provato con i fatti a stigmatizzare il nostro "spirito di patata" sull'Allianz, annunciando al solito alla stampa fra squilli di tromba e peana assortiti di aver inoltrato all'Asp del capoluogo e al comando regionale dell'Esercito la proposta di mettere a disposizione la stessa immensa struttura per la somministrazione dei vaccini.
Un'idea che peraltro il presidente facente funzioni della Regione Nino Spirlì aveva ritenuto geniale, sposandola immediatamente. Peccato, però, che la 'trovata eccezionale' risalga allo scorso 5 marzo ossia, tra il lusco e il brusco, a un mese fa.

Eppure, per giunta a seguito di una rovente polemica social su cui alcuni collaboratori del Sergìun praticamente campano per sondare gli umori della piazza da riferirgli, dalle foto da noi pubblicate scattate stamattina si evince con chiarezza come chi si aspettava l'assalto di camion della Prociv ed elicotteri militari - contenenti attrezzature di ogni sorta - in stile Apocalypse Now in 'tempi brevi' (peraltro a seguito della recentissima visita in Calabria del commisario-generale Francesco Paolo Figliuolo, portato sul posto), ovvero nel giro di 48 o al massimo 72 ore, si sia invece dovuto accontentare dei giardinieri in tuta arancione alla quinta settimana dallo...spot abramiano.

Già, è proprio così. Perché gli operai muniti di seghe elettriche e tagliaerba sono gli unici al lavoro al momento per potare alberi e siepi, raccogliendo rami e foglie accumulatisi a terra dal parcheggio dell'ente fiera. Un'attività importante, per carità. Che però, pur essendo profani in materia, non ci sembra esattamente la principale da svolgere nel caso di specie. Strano, allora, perché dopo il ponte della Santa Pasqua saranno come premesso trascorsi oltre 30 giorni dalle rassicurazioni del sindaco. Periodo che non è certo secondario in una simile guerra, lunga ed estenuante, come quella al temibilissimo Coronavirus. Ma tant'è, un motivo plausibile per il sensibile e allo stato incomprensibile ritardo ci dovrà pur essere. Soltanto che, almeno noi, troviamo giusto avere una spiegazione ufficiale da Abramo.

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