Consiglio, Commissioni: nessun accordo sui nomi

Non c’è l’accordo sui nomi all’interno del Pd e della maggioranza di centrosinistra. Il capogruppo dei democrat Sebi Romeo ha chiesto ed ottenuto il rinvio ad altra seduta dei relativi punti all’ordine del giorno
di Riccardo Tripepi
26 settembre 2015
09:17

Adesso si può parlare davvero di record. Ad un anno di distanza dalle elezioni regionali il centrosinistra di Mario Oliverio riesce a non aver ancora istituito tutti gli organismi del Consiglio regionale. Neanche ieri è stata la volta buona per la Commissione di Vigilanza e la Commissione Antindrangheta che aspettano da lunghi mesi di vedere la luce. Non c’è l’accordo sui nomi all’interno del Pd e della maggioranza di centrosinistra. Ne ha dovuto prendere atto il capogruppo dei democrat Sebi Romeo che ha chiesto ed ottenuto il rinvio ad altra seduta dei relativi punti all’ordine del giorno.

 



Se per la Commissione di vigilanza, che spetta per prassi istituzionale alla forze del centrodestra, i giochi sono chiusi da tempo sul nome di Ennio Morrone, per l’altra Commissione sono quanto mai aperti. Anche perché la casella della presidenza dell’Antindrangheta deve incastrarsi con quella della IV Commissione “Ambiente”, lasciata scoperta da Nicola Irto nel frattempo eletto presidente del Consiglio regionale. E se è pur vero che l’elezione della nuova guida della Commissione “Ambiente” va fatta durante una riunione dello stesso organismo (e non in Consiglio come per le altre due che devono ancora essere istituite), è altrettanto vero che nel Pd non c’è certezza su nulla, neanche sul nome del componente del gruppo che dovrebbe sostituire Irto anche numericamente per ricomporre il plenum della Commissione.

 

I nomi in campo per le presidenze sono quelli di Arturo Bova e di Mimmo Battaglia, ma le richieste sul tavolo del gruppo sono tante e variegate. Carlo Guccione, ad esempio, dall’alto delle tredicimila preferenze raccolte alle elezioni e dopo la defenestrazione dalla giunta, aspetta di capire come sarà recuperato il suo ruolo dal partito. E poi ci sono i mugugni delle altre liste, compresi monogruppi di Sel (Nucera) e Calabria in Rete (Sculco). Abbastanza, insomma, per non essere riusciti a trovare la quadra in tempo utile per la seduta di ieri. Stessa sorte è toccata alle nomine in elenco per gli enti strumentali, anche esse rinviate a data da destinarsi.


Si tratta, tuttavia, di un nuovo ed inquietante segnale di cattiva salute del gruppo democrat di palazzo Campanella. Dopo l’ultima e turbolenta riunione di Lamezia pare chiaro che qualcosa si sia rotto e che serviranno tutte le capacità di mediazione di Oliverio, Magorno e Romeo per ricucire gli strappi. Le esternazioni di Bevacqua, proprio alla vigilia della seduta di Consiglio, sono state un ulteriore monito per il partito che era già stato “avvisato” da Scalzo qualche giorno prima.


Si pone insomma con sempre maggiore urgenza la necessità di un chiarimento con i consiglieri della maggioranza di centrosinistra tutta che sta soffrendo l’esclusione dal governo della Calabria, dopo la decisione di comporre una giunta di soli tecnici. Il risultato tangibile per i calabresi, però, è quello di toccare un altro ritardo nell’avvio a pieno regime della macchina legislativa, dopo quelli relativi all’istituzione delle Commissioni permanenti e del varo della giunta che è al completo soltanto dal mese di luglio.

 

Giornalista
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