Vitalizi, i consiglieri si tengono il malloppo. In alto mare la legge di Giudiceandrea

Ennio Morrone "dimentica" di aver dato il via libera all'esame congiunto della sua legge sul sistema contributivo con quella di riduzione dei vitalizi proposta dal capogruppo dei Democratici e Progressisti. In ballo un taglio che consentirebbe un risparmio da quasi 2 milioni di euro a fronte di un taglio di 100 euro agli assegni da circa 7mila di cui beneficiano gli ex consiglieri regionali

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di Riccardo Tripepi
16 ottobre 2018
15:20

Ancora un rinvio per la norma che dovrebbe regolamentare, e quindi ridurre, i vitalizi per gli ex consiglieri regionali e introdurre il nuovo sistema pensionistico per i consiglieri in carica.

La riunione della I Commissione “Affari Istituzionali”, presieduta da Franco Sergio, ha registrato un nuovo nulla di fatto. Con tanto di giallo legato all’amnesia di Ennio Morrone. Come si ricorderà l’organismo aveva deciso di procedere ad un esame abbinato delle proposte di legge presentate da Giuseppe Giudiceandrea e Ennio Morrone. La prima si occupava dei vitalizi e del nuovo sistema contributivo, la seconda solo dell’introduzione del sistema contributivo per i consiglieri regionali dalla X legislatura in avanti.


La unificazione dei due testi, recependo le correzioni suggerite dall’Ufficio legislativo di palazzo Campanella, era stata affidata a Giudiceandrea.

Bene, Morrone ha chiesto delucidazioni sulla mancanza del suo nome tra i proponenti (una svista secondo quanto spiegato dal presidente Sergio), ma soprattutto parrebbe aver cambiato idea: il taglio dei vitalizi proposto da Giudiceandrea sarebbe non conforme a Costituzione, secondo Morrone, e quindi ci si dovrebbe limitare a disciplinare solo il sistema contributivo per i consiglieri in carica.

Abbastanza per scatenare il putiferio in Aula con la seduta di Commissione che è stata interrotta per due volte. Giudicenadrea ha ricordato a Morrone che lui stesso aveva sottoscritto e avallato l’esame abbinato delle due proposte di legge. Ma soprattutto ha ribadito che: «se dovesse essere eliminata la parte della legge che riguarda i vitalizi, ripresenterò la norma che avevo originariamente depositato a mia firma. Sarebbe privo di senso disciplinare solo il nuovo sistema contributivo e non agire sui vitalizi degli ex consiglieri. Il risparmio vero lo avremmo lì con un taglio da 1 milione e 900mila euro all’anno”.

I consiglieri che hanno ricevuto il vitalizio non hanno versato neanche un euro di contributi e si trovano a ricevere un assegno da circa 7mila euro al mese. La legge proposta da Giudiceandrea, seguendo i suggerimenti arrivati dal presidente dell’Inps Tito Boeri, andrebbe a ridurre di 100-120 l’assegno di ciascuno dei consiglieri attraverso l’introduzione di ammortizzatori sociali. Il tutto sembrerebbe abbastanza plausibile.

Ma il plausibile, o il dovuto, al Consiglio regionale non stanno quasi mai di casa. E quando si parla di stipendi e pensioni esiste sempre un problema. Una sorta di muro di gomma, fatto di cavilli e trucchetti da mercato popolare, che porta sempre a un nuovo rinvio. Come quello deciso dalla Commissione che ha fissato il termine per gli emendamenti alla proposta di legge. Nelle more si capirà se si dovrà procedere sempre ad un esame abbinato delle proposte di legge o se le normative, targate Giudiceandrea e Morrone, seguiranno binari diversi. Magari arrivando all’approvazione del nuovo sistema pensionistico e lasciando immutata la rendita, vergognosa, di cui beneficiano gli ex consiglieri regionali che così male hanno amministrato questa Regione.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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