Fondazioni, Pd vuole incontrare Speranza (VIDEO)

Dopo gli ultimi presunti scandali, con il coinvolgimento di membri della giunta lametina nell’affair Calabresi nel Mondo, fondazione guidata da Galati, il Partito Democratico vuole vederci chiaro
di Tiziana Bagnato
25 febbraio 2015
14:55

Un incontro per valutare le conseguenze, anche di natura etica, che gli intrecci tra politica e fondazioni, recentemente emerse nella cronaca, possano avere sulla gestione del Comune e sulle valutazioni dell’opinione pubblica. A chiedere il confronto al sindaco Gianni Speranza, con espressioni sobrie ma taglienti, sono tre dirigenti del Partito Democratico lametino. Si tratta di Giuseppe Petronio, già senatore e attuale capogruppo in consiglio comunale, Italo Reale, dato come possibile candidato a sindaco e dirigente dell’area Ambiente del Pd, e Gennarino Masi, del coordinamento cittadino.


 Dopo il presunto scandalo Calabria Etica, anche la giunta Speranza non è rimasta immune. Le recenti rivelazioni del Quotidiano del Sud sui doppi incarichi di alcuni membri del governo cittadino, che svolgevano funzioni nella Fondazione Calabresi nel Mondo dell’onorevole Galati, hanno aperto nuovi scenari. La Fondazione Calabresi nel Mondo fino allo scorso 31 dicembre avrebbe gestito tre progetti finanziati dal Fondo Sociale Europeo per cinque milioni di euro. Francesco Cicione, a lungo vicesindaco dell’amministrazione Speranza,  nel suo ruolo di general advisor avrebbe, secondo quanto riportato dal Quotidiano del Sud, ricevuto 3500 euro lordi al mese nel 2013 e 13 mila 162 in tutto il  2014.



L’assessore alla Cultura Giusi Crimi, membro del governo cittadino dalla prima ora, avrebbe, ricoperto l'incarico di responsabile Studi e ricerche della Task force progettazione, pianificazione ed attuazione strategica, percependo nei primi mesi 2083 euro passati poi a 8.460 euro per il 2014.


E’ questa commistione di incarichi tra rappresentanti di una giunta decisamente di sinistra e una fondazione con a capo un massimo esponente di Forza Italia a non andare giù a molti da un punto di vista prettamente politico. Ma anche i possibili sprechi di denaro e conseguenze, perché pare che l’istituto non abbia ottenuto il riconoscimento da parte dell'Unione Europea e come tale non possa spendere e rendicontare risorse del Por.


Da qui l’esigenza, secondo gli esponenti del Pd di avviare « una valutazione complessiva sui metodi di gestione e sulla utilità di alcuni investimenti che la nostra Regione ha effettuato attraverso le Società in House».

di Tiziana Bagnato

Giornalista
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