«Cardiopatica rimandata al 2019 per una visita ma se si va in emergenza... tutto cambia»

A denunciare il caso il presidente del movimento Il coraggio di Cambiare, Giuseppe Graziano: «Quella stessa prestazione al Pronto soccorso viene effettuata quasi seduta stante. Sanità vittima di scelte cervellotiche»
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28 aprile 2018
17:36

In Calabria il primo malato è la sanità pubblica. È l’amara considerazione, forse scontata ma carica di verità, del presidente nazionale del movimento civico Il Coraggio di Cambiare l’Italia e già segretario questore del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Graziano, a commento dell’ennesima storia triste, condita di sprechi e “scelte cervellotiche”, che ha vissuto un’anziana signora ottantenne, cardiopatica e bisognosa di alcune visite mediche di routine che l’apparato sanitario regionale le ha fissato nientemeno che per il prossimo 9 settembre 2019. Praticamente fra una vita.

 


«In Calabria – dice Graziano - si può essere cardiopatici e vedersi fissare una visita ambulatoriale a fine 2019. È un dato reale. E allora la gente bisognosa che fa? O si mette le mani in tasca e si rivolge ad uno studio medico privato, oppure se si è indigenti – e molto spesso questo è il caso – stretti alle corde si va in Pronto soccorso. Dove quella stessa visita, che al centro di prenotazioni aveva tempi biblici, viene effettuata quasi seduta stante. Cosa comporta tutto ciò? Che il controllo e l’esame effettuato in emergenza costa alle casse pubbliche esattamente il doppio dei soldi, quando in fin dei conti, attraverso un’organizzazione meno cervellotica, si potrebbero offrire gli stessi servizi alla metà dei costi».

 

Cecità gestionale” e “scelte politiche sbagliate”. Questo, a dire di Graziano, ci sta alla base di quello che è, a tutti gli effetti, un caso limite ma purtroppo comune e di prassi. «Come si fa – aggiunge Graziano – a posticipare a 18 mesi un esame così semplice ma altrettanto importante per determinare una patologia in atto? Siamo davvero all’assurdo». Ecco all’ora che, come recita uno dei proverbi popolari calabresi, “il bisogno insegna la via”.

L'escamotage del Pronto soccorso

All’anziana signora, pensionata civile, per avere un servizio che le spetta di diritto non le resterà altro che rivolgersi ad un Pronto soccorso e magari fingere l’aggravamento della patologia così che i medici la possano visitare. «È possibile – si chiede il presidente del CCI - una cosa del genere? In Calabria a quanto pare sì. Ed è questo, insieme al taglio spropositato degli ospedali, uno dei motivi per cui i punti di emergenza sono sempre sovraffollati. Perché, allora – incalza il presidente de Il Coraggio di Cambiare l’Italia - il commissario Scura ed il governatore Oliverio, piuttosto che perdersi in continue diatribe senza fine, non iniziano a ragionare su questi aspetti elementari? Ci vuole molto a capire che per tamponare la continua emergenza sanitaria nella nostra regione è necessario ripartire dalla riorganizzazione della rete ambulatoriale territoriale? È vero, il piano sanitario prevede tutto questo. Ma i medici di base sono messi nelle migliori condizioni di operare ed intervenire? Assolutamente no e magari se proprio i medici di famiglia fossero forniti, come avviene in tante altre regioni italiane, di strumenti come l’ecografo o l’elettrocardiogramma, questa lunga lista d’attesa sarebbe sfoltita».

«Potenziare la rete ambulatoriale territoriale»

Altro nodo. «Così come – aggiunge Graziano - dovrebbe essere meglio gestita la procedura per il rilascio dei farmaci cosiddetti salvavita. Chiunque ne fa uso sa, purtroppo, che servono tempi biblici per ottenerli eppure, già per loro nomenclatura, dovrebbero essere facilmente accessibili. Anche in questo caso – conclude Graziano - la soluzione passa attraverso la rete ambulatoriale che potrebbe smaltire code infinite agli sportelli e rendere un po’ più di sollievo alla vita degli ammalati».

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