Greco: leggi fotocopia? L'articolista ha toppato clamorosamente

L'interpretazione giornalistica, sia per quanto concerne la legge sulla dieta mediterranea che per il cranio del brigante Villella, semplifica a tal punto da non permettere di prendere in considerazione fatti rilevanti
di Redazione
4 settembre 2015
11:00

 Alcuni organi di stampa hanno accusato il consigliere regionale Orlandino Greco di promuovere leggi fotocopia e dunque già esistenti. Secondo alcune interpretazioni giornalistiche, infatti, il consigliere regionale produrrebbe un impegno legislativo fasullo, basato per lo più, sul copia incolla di leggi che altri consiglieri regionali avevano prodotto nel passato. Le due leggi incriminate, secondo queste interpretazioni sono quelle relative alla Dieta mediterranea e quella relativa alla questione delle cranio del brigante Villella di Motta Santa Lucia conservato presso il museo del Lombroso di Torino e del quale la comunità di Motta Santa Lucia , paese d'origine del brigante, ne chiede la restituzione da tempo anche con una battaglia legale. A essere maliziosi, il tentativo di sminuire il lavoro del consigliere regionale Greco arriva quasi con la precisione di un orologio svizzero all'indomani del suo rinnovato sostegno all'azione del Presidente Oliverio. Confessiamo il nostro "pensar male" ma come sosteneva il vecchio Giulio Andreotti: "a pensar male ci si azzecca sempre".
Dando un'occhiata alle due iniziative legislative sulla Dieta mediterranea, la prima, prodotta dall'ex consigliere regionale Alfonsino Grillo e, l'attuale, prodotta dall'on. Orlandino Greco, al primo impatto possono anche apparire simili, ma se si entra nel merito, le differenze appaiono da subito consistenti, soprattutto negli strumenti di "valorizzazione" della dieta mediterranea, a cominciare dalla istituzione di una "fondazione della dieta mediterranea" contenuta nel testo proposto da Grillo e che, nella proposta di Greco viene cancellato. Insomma da una lettura attenta del contenuto della legge le differenze sono consistenti e radicali. Orlandino Greco in una nota non nasconde la sua amarezza: "Capisco che il giornalismo debba nutrirsi ogni giorno di notizie ad effetto e rispetto la funzione critica della stampa, ma nel caso delle “leggi fotocopia di Orlandino Greco”, che è l'accusa dedicata ad alcune mie iniziative, sono del parere che l’articolista si sbagli clamorosamente. L'interpretazione giornalistica, sia per quanto concerne la legge sulla dieta mediterranea che per il cranio del brigante Villella, semplifica a tal punto da non permettere di prendere in considerazione fatti rilevanti. Orlandino Greco poi, smonta la ricostruzione giornalistica anche sulla questione del "Cranio di Villella". La mozione dell’on. Giuseppe Giordano, sul “caso Villella”, pur essendo analoga a quella da me presentata (e sottoscritta da tutti gli altri capigruppo) solo per alcuni aspetti ma non per altri, e' stata formulata perché nel frattempo sono intervenuti fatti nuovi come per esempio, una sentenza del tribunale di Lamezia che obbliga alla restituzione del cranio." Sul punto Greco e' netto! "La mozione da me depositata, dunque, tanto per sgombrare l’equivoco che si tratti di un’idea bizzarra, è concordata, dopo diversi incontri, punto per punto con il Comitato No Lombroso che ha sede a Milano ed è presieduto dall’ing. Domenico Iannantuoni e che da anni porta avanti, coinvolgendo ormai centinaia di città e di protagonisti della cultura, della politica e dello spettacolo, una serrata battaglia meridionalista. Nonostante la sentenza del Tribunale -continua Orlandino Greco- la restituzione del cranio non è avvenuta poiché la decisione del tribunale è stata sospesa, su richiesta dell’Università di Torino, dalla Corte d’appello di Catanzaro, che ha fissato la discussione una prima volta il 2 dicembre 2014 e, successivamente, al 5 aprile 2016. Frattanto, sia il museo che l’università di Torino hanno intrapreso alcune iniziative volte a sostenere la fondatezza del loro operato, in attesa del pronunciamento giudiziario definitivo. Ecco il perché, dunque, della seconda mozione, -prosegue Greco- in coerenza con l’evoluzione sociale, culturale e politicamente trasversale di un serio problema ormai di natura giurisprudenziale in senso stretto e costituzionale in quello più ampio. Qui -conclude Greco- è in gioco una “dignità” del Sud e per il Sud che travalica ogni orizzonte e che non può essere soggiogata da nessuna obiezione museale. A chi ha obiettato che la Calabria ha tanti problemi di cui occuparsi, piuttosto che perdere tempo con un cranio, inoltre, ho avuto modo di replicare che l’approvazione di una mozione, su un argomento culturale dagli evidenti riflessi sociali che interpella l’identità di una regione e del mezzogiorno del Paese, non è tale da far trascurare nessun altro impegno. Non è che i problemi della Calabria non si risolvono perché il Consiglio discute una mozione che ha lo scopo di dire finalmente parole di verità su vicende storiche che ci hanno visto soccombere e per le quali ancora lo Stato italiano tarda a chiedere scusa”.

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