Il dopo-Presta guidato da Roma? Guccione per unire

Il ritiro di Lucio Presta dalla corsa verso lo scranno più alto di palazzo dei Bruzi, apre una fase politica nuova e assai confusa a Cosenza, come in Calabria
di Riccardo Tripepi
29 aprile 2016
09:12

Problemi familiari molto seri hanno convinto il manager a fare un passo indietro e hanno spazzato via i giochi delle alleanze e le altre miserie della politica. La solidarietà espressa al candidato sindaco da Giacomo Mancini e le parole di profonda sofferenza contenute nell’annuncio di Presta sono sufficienti ad inquadrare quanto accaduto, senza cedere a teorie complottiste, assai gettonate alle nostre latitudini.

Tuttavia il ritiro di Presta avviene in un momento particolare e fa “riesplodere” il calderone politico cosentino che dovrà andare avanti in una sorta di “show must go on” obbligato. Con l’aggravante che il tempo per riflettere è già scaduto e che dall’altro lato Mario Occhiuto e il centrodestra continuano ad accumulare vantaggio.

Per questa a Roma l’idea prevalente è quella di far scendere in pista Carlo Guccione, il consigliere regionale che ha raccolto il maggior numero di voti alle ultime elezioni regionali e che potrebbe avere una prima contropartita dopo la defenestrazione dalla giunta di palazzo Alemanni, dopo la decisione di Oliverio di puntare sui tecnici. Il nome di Guccione potrebbe servire anche ad ipotizzare nuove decisioni da parte di Enzo Paolini, vicinissimo a Carlo, o quantomeno assicurarsi il suo appoggio e quello del Pse in caso di ballottaggio.

Su Guccione, inoltre, potrebbe convergere anche i fratelli del Nuovo Centrodestra che avevano da pochissimo ufficializzato il proprio appoggio a Enzo Paolini, infiammando il Pd che aveva chiesto le dimissioni dei sottosegretari Gentile e Bianchi dal governo nazionale, considerando intollerabile la rottura calabrese. Proprio i fratelli Gentile, a poche ore dal ritiro di Presta, hanno dichiarato che si apre una fase nuova e che adesso si può riavviare il dialogo.

Dietro le quinte si descrivono movimenti più riservati che individuano un’altra possibile candidatura in Nicola Adamo (o nella di lui moglie Enza Bruno Bossio). Nome, quello di Adamo, già circolato in casa Pd al momento della decisione sulle primarie (poi escluse), ma che non ha mai preso reale concretezza.
Ancora una volta il cerino in mano rimane al segretario regionale Ernesto Magorno e all’omologo provinciale Luigi Guglielmelli che si trovano nuovamente con l’acqua alla gola. Riaccogliere a braccia aperte il Nuovo Centrodestra dei Gentile dopo la rottura e la richiesta delle dimissioni dei sottosegretari sembra una piroetta assai complicata da eseguire. Così come provare a rimettere insieme i cocci di quella grande alleanza civica che mai è decollata, pagando fin da subito l’azzardo di aver voluto mettere insieme anime troppo diverse tra loro, all’indomani della decisione (forse anche quella improvvida) di voler mettere fine in maniera anticipata alla sindacatura Occhiuto.

Non ci sarebbe da sorprendersi, dunque, che l’attuale fase venga teleguidata direttamente da Roma per evitare ulteriori passi falsi degli acciaccati condottieri calabresi.

Giornalista
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