Nomine regionali: si anima il dibattito politico calabrese

La decisione di procedere alle nomine di competenza del Consiglio regionale, almeno per quel che concerne gli organismi di vigilanza e controllo, sta animando il dibattito politico calabrese. Ad ulteriore conferma che la mossa del presidente del Consiglio Nicola Irto pare aver colto nel segno.
di Riccardo Tripepi
19 maggio 2016
21:49

Ad aprire la discussione è stata l’opposizione di centrodestra che, tuttavia, ha impiegato una giornata intera prima di riorganizzare le idee. Eppure l’intenzione era stata comunicata ai capigruppo di palazzo Campanella già da dieci giorni. Nella nota diffusa dai capigruppo di minoranza Nicolò, Arruzzolo, Cannizzaro e Orsomarso si contesta il sorteggio, indicato come metodo pilatesco per lavarsi le mani e dare un ulteriore colpo alla credibilità della politica. Per di più, secondo l’opposizione, la determinazione di Irto arriva con colpevole ritardo ed è dunque figlia di mancati accordi politici nella maggioranza.
Due dati però vengono tralasciati. Il primo: nel passato si sono sempre verificate le difficoltà politiche per arrivare alle nomine eppure nessuno ha pensato di scardinare un meccanismo logoro e procedere al sorteggio. Metodo ad esempio individuato per la scelta dei revisori contabili nei Comuni.
Secondo: se Irto avesse optato per il sorteggio perché la maggioranza non era in grado di addivenire ad un accordo ha ottenuto il risultato di ricompattarla. Non una voce critica si è levata dal Pd o dai partiti di maggioranza. Soltanto plausi, come quelle del presidente della Commissione Antindrangheta Arturo Bova e, soprattutto, del capogruppo del Pd Sebi Romeo. Proprio lui, il più vicino ad Oliverio tra i consiglieri regionali, ha sposato la decisione del renziano Irto e si è assunto l’onere di replicare, punto per punto, alle critiche provenienti dal centrodestra.
“La decisione di procedere per sorteggio e in diretta streaming, assunta da Irto – ha detto Romeo - è una rivoluzione copernicana che merita di essere sostenuta e condivisa. Altro che boutade, come improvvidamente sostiene il centrodestra, che dimostra di essere disinformato sulle più recenti tendenze normative, visto che la stessa procedura si applica per legge ai revisori dei conti negli enti locali. Di fronte a una rottura così forte con il passato, a una cesura così radicale rispetto alle logiche nefaste della scorsa legislatura, le critiche del centrodestra si spiegano solo con la paura di non poter occupare qualche postazione. Oltretutto, fa sorridere l’atteggiamento di qualcuno che, all’interno della minoranza, di giorno e a microfoni spenti plaude al sorteggio, di sera e pubblicamente cambia idea e critica. Al di là di questo, il cuore della questione è che la politica, con la decisione di procedere per sorteggio, non ha abdicato alle proprie responsabilità. In questa regione il clima è cambiato e la strada del cambiamento è stata intrapresa, giorno dopo giorno ed a tutti i livelli. Una strada difficile e faticosa, voluta dal presidente Oliverio e condivisa dai membri della sua maggioranza, dalla quale non si torna più indietro”.
In ogni caso il cambio di passo reale si avrà quando si metterà mano alla legge che disciplina le nomine, intenzione espressa da Irto, ma che adesso dovrà arrivare in Consiglio. Su questa riforma maggioranza e opposizione potranno davvero dimostrare qual è il gioco che stanno conducendo e se davvero c’è l’intenzione di operare per estirpare logiche antiche di spartizione e lottizzazione che hanno contribuito in maniera consistente ad allontanare i cittadini dalla politica e della Istituzioni.

 


Riccardo Tripepi

Giornalista
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