Lsu-Lpu, Oliverio ai sindaci: «Fate i contratti, non vi lasceremo soli»

Il presidente della Regione chiede di procedere subito con le delibere di giunta per il rinnovo dei rapporti di lavoro precario, ma non smentisce le perplessità di molti Comuni
di Enrico De Girolamo
30 dicembre 2017
18:43

A 48 ore dalla deflagrazione della “bomba” Lsu e Lpu, interviene sulla questione anche il presidente della Regione Mario Oliverio. Lo fa evocando un impegno sinergico basato su una causa giusta e sollecitando le amministrazioni comunali a procedere con la proroga dei contratti.
«Ai sindaci ed alle amministrazioni comunali - dichiara Oliverio- chiedo di procedere subito con le delibere di proroga dei contratti di lavoro, un gesto di buon senso e di attenzione nei confronti di coloro i quali in questi anni hanno prestato servizio presso le comunità da loro amministrate, garantendo servizi essenziali. I sindaci e gli amministratori locali non saranno lasciati soli, ognuno però faccia la sua parte, con la consapevolezza che si tratta di un problema di carattere generale e non di singole realtà. La Regione rimarrà al fianco degli enti comunali con tutti gli strumenti e le iniziative necessarie a garantire la stabilizzazione, attraverso percorsi adeguati e rispondenti alle condizioni concrete delle specifiche realtà».

 


Oliverio, dunque, non nega la fondatezza delle perplessità sollevate da molti Comuni, in particolare dall’apparato dirigenziale e burocratico, che teme di spalancare le porte a una serie di contenziosi per richieste di risarcimento danni da parte di quei lavoratori che hanno accumulato più di tre anni di precariato, così come previsto dalla riforma Maida, che a suo tempo ha introdotto proprio questo deterrente al fine di limitare il ricorso al lavoro precario nella Pa. Gli stessi tre anni, che, d’altra parte, rappresentano il requisito principale per essere assunti a tempo indeterminato.
«Dopo decenni di lavoro irregolare – continua Oliverio -, questa amministrazione regionale, come suo primo atto, ha dato l'opportunità a quasi cinquemila precari calabresi di vedere riconosciuti i propri diritti, permettendo loro di ottenere un contratto e di maturare le trentasei mensilità utili alla stabilizzazione. Un processo di regolarizzazione compiuto al fianco degli enti comunali ai quali sono state garantite, in questi anni e per quelli a seguire, risorse regionali e nazionali a copertura della spesa previste, corrispondenti a 50 milioni da parte dello Stato e 39 milioni da parte della Regione Calabria».

 

Insomma, il governatore chiede ai Comuni di andare avanti: «Dopo tre anni di contrattualizzazione - conclude - sarebbe incomprensibile tornare indietro, insieme bisogna procedere sulla strada imboccata, per garantire i servizi alle comunità ed il diritto al lavoro a migliaia di lavoratori. Nessuno sarà lasciato solo in questa battaglia».
Una rassicurazione che assume il tenore un po’ sinistro di quelle esortazioni da film di guerra dove prima dello scontro il comandante delle truppe cerca di esorcizzare il rischio di lasciarci le penne. Un po’ troppo poco, forse, per convincere i Comuni più riottosi a stipulare i nuovi contratti.
Non a caso, nelle ore precedenti la presa di posizione di Oliverio, dodici sindaci della Piana di Gioia Tauro si sono riuniti in assemblea permanente nel Comune di Rosarno, firmando e diffondendo una lettera con cui chiedono l’intervento di Mattarella, Gentiloni e Minnti, affinché affrontino la questione con “un intervento risolutivo”, a dimostrazione che, più che di parole, in questo momento i primi cittadini in ambasce hanno bisogno di garanzie normative che possono arrivare solo dal Governo nazionale.


Enrico De Girolamo

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