Pd, dopo il vertice boicottato Magorno rinvia anche la direzione

In due giorni il Pd calabrese registra un doppio flop. Prima il vertice di maggioranza disertato, ora la direzione rimandata. Giustificazione ufficiale: il maltempo. La realtà è che i fulmini e le saette sono presenti tanto dentro al Pd quanto nella maggioranza di centrosinistra
di Riccardo Tripepi
24 gennaio 2017
21:55
Il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno
Il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno

Doppio flop per il Pd calabrese che in due giorni ha realizzato un vertice di maggioranza al quale hanno partecipato davvero pochi intimi e poi è stato costretto a rinviare anche la direzione regionale. Giustificazione ufficiale: il maltempo. E' certo, però, che con un’allerta meteo conosciuta da giorni ce ne vuole di fantasia a pensare che davvero la pioggia abbia avuto qualche effetto sulle decisioni di Magorno.

 


La realtà è che i fulmini e le saette sono presenti tanto dentro al Pd quanto nella maggioranza di centrosinistra. Basti pensare che i dirigenti calabresi sono ancora in attesa dell’assemblea regionale per l’analisi del voto sul referendum che doveva svolgersi prima delle vacanze di Natale e che poi era stata sconvocata da Magorno, anche per consentire a Marco Minniti, nominato ministro dell’Interno, di insediarsi al Viminale.

 

Il vertice che Oliverio ha convocato a Catanzaro lunedì scorso, in realtà, è stato dimostrazione plastica dello scollamento che attualmente esiste tra la giunta e il Consiglio regionale. Non vi hanno partecipato, maltempo a parte, tutti i più critici della coalizione e cioè i vari Guccione, Scalzo, Ciconte, Sculco, Battaglia, Pasqua e compagnia cantante. E’ stato assente anche il presidente del Consiglio Nicola Irto che però si trovava a Roma per impegni istituzionali.

 

Oliverio continua a tentennare. E il centrosinistra diserta il vertice di maggioranza

 

Tutti ancora in attesa di un cambio di passo, più volte annunciato e mai realizzato. Il presidente voleva illustrare il report dell’attività dei primi due anni di legislatura, ma nessuno aveva evidentemente voglia di sentirlo. Il bilancio per la maggioranza è magro, o comunque assai inferiore alle aspettative iniziali, così come ha deluso l’operato della giunta dei professori. Per una riappacificazione i consiglieri democrat, così come quelli della Oliverio presidente e delle altre liste della maggioranza di centrosinistra, aspettavano un segnale diverso e di maggiore coinvolgimento.


Intanto con l’inserimento di alcuni consiglieri in giunta, così come lo stesso Oliverio aveva promesso sul finire dell’anno scorso. Oggi il presidente, più debole che mai anche per l’esito del referendum in Calabria e per l’andamento della sua battaglia per la sanità, ha nuovi dubbi. Cambierà due o tre pedine (Roccisano e Rossi sempre tra i nomi più gettonati), ma non vorrebbe creare nuove faide interne con gli inserimenti. “Aggiustamenti nella fase nuova” li definisce indicando anche il nuovo periodo che dovrebbe partire dopo la presentazione del report. Il suo temporeggiare ha però esasperato gli animi e il corto circuito interno sempre più vicino.

 

Il segretario Magorno, abilissimo fiutatore dell’aria che tira, ha così rotto gli indugi e giustificandosi abilmente con l’allerta meteo ha provveduto ad aggiornare anche la direzione del partito. A questo punto meglio aspettare anche le pronunce fondamentale che proprio nella giornata di oggi dovrebbero arrivare. Una a livello nazionale la dovrebbe dare la Consulta sulla legge elettorale, mentre la seconda dovrebbe arrivare dal Tar Calabria che dovrebbe sancire l’ingresso di Wanda Ferro e l’esclusione di uno tra Giuseppe Mangialavori e Ennio Morrone. Altra vicenda sulla quale la Regione non è propriamente uscita benissimo.


Riccardo Tripepi

Giornalista
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