Consiglio regionale

Il Pd contro i colpi di mano della maggioranza: «Tocca a noi difendere il ruolo di quest’Aula»

Una legge modificata cinque volte nel corso di un anno, la gestione degli impianti da Arsac a Ferrovie della Calabria senza il preventivo ascolto dei sindacati e il tentativo di esautorare i Comuni nelle procedure di fusione tra gli enti, tra gli episodi stigmatizzati dai consiglieri regionali democratici

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21 febbraio 2023
14:39

«Credo che questa maggioranza abbia adottato una pessima prassi diventata ormai regola di ogni Consiglio e cioè quella di presentare in Aula provvedimenti omnibus, cercando di inserirli all’ultimo momento o all’ultimo punto all’ordine del giorno, quando inevitabilmente cala l’attenzione». Ad affermarlo è il gruppo del Pd in Consiglio regionale. «Ci troviamo così - si legge in un documento - a discutere di modifiche di leggi, anche importanti, in totale superficialità e leggerezza. Basta ricordare il caso della legge istitutiva dell’Azienda Zero, che per ben cinque volte è dovuta tornare in Aula per essere modificata. Un esempio lampante di un’approssimazione legislativa che dovrebbe interrogare il legislatore e credo anche il soggetto che opera modifiche di questo tipo e  dovrebbe chiedere scusa a quest’Aula».

«E’ un argomento su cui riflettere presidente Mancuso – prosegue la nota dei consiglieri del Pd – e che ci impone di difendere il ruolo di quest’Aula, perché è davvero inaccettabile che si possa modificare una legge cinque volte nell’arco di un anno. Altro passaggio imbarazzante e esemplificativo di questo modo di operare si è registrato durante i lavori del Consiglio di ieri con la scelta di far passare gli impianti sciistici dalla gestione Arsac a quella di Ferrovie della Calabria, senza avere il buon senso di ascoltare le sigle dei sindacati regionali che avevano chiesto un incontro per approfondire la questione.


E, subito dopo, con la stessa superficialità, si è provato a modificare la legge di fusione dei Comuni eliminando le delibere comunali e consentendo solo il referendum consultivo. Di fatto un modo per esautorare i Consigli comunali  e negare loro la possibilità di aderire o meno ai referendum, mortificando così anche il ruolo dei sindaci. Una posizione che va assolutamente rivista e non basta il ritiro degli emendamenti, come annunciato dal presidente Mancuso. Emendamenti che comunque sarebbero stati approvati se non ce ne fossimo accorti, perché era evidente la volontà politica della maggioranza. Leggi importanti come questa, che coinvolgono intere Comunità, meritano - si legge infine -  i dovuti approfondimenti, la necessaria concertazione con i soggetti interessati e un iter legislativo regolare che valorizzi e rispetti il ruolo delle Commissioni e dell’Assemblea».

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