Regione Calabria

Una legge per riorganizzare la Protezione civile calabrese: nascono gli ambiti ottimali

La giunta guidata dal presidente Occhiuto ha predisposto il testo legislativo da approvare in Consiglio. Nuove funzioni e diversa articolazione territoriale, con un livello intermedio tra Comuni e Regioni

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di Claudio Labate
1 gennaio 2023
19:26

“La Regione Calabria, nell'esercizio delle proprie competenze e funzioni, promuove la diffusione della cultura di protezione civile quale strumento primario per la formazione, nella popolazione, della consapevolezza dei rischi naturali ed antropici, al fine di incrementare il livello di resilienza dei cittadini rispetto agli eventi calamitosi”.

Questa, è solo una delle finalità del disegno di Legge approntato dalla giunta regionale che ha deciso di mettere mano alla Disciplina del sistema di Protezione civile della Regione Calabria. Nella seduta del 10 dicembre scorso l’esecutivo ha infatti licenziato un disegno di legge «snello», di 32 articoli che vuole rappresentare uno «strumento regolatorio in grado di fornire adeguato supporto all'azione delle componenti e delle strutture operative del Sistema regionale di Protezione civile». La regolamentazione puntuale degli aspetti di maggior dettaglio e di carattere tecnico è invece demandata ad ulteriori atti attuativi.


Il Disegno di legge disciplina, quindi, le attività delle componenti e delle strutture operative del Sistema di Protezione Civile regionale ed ha, quali potenziali fruitori - anche di contributi - i Comuni, in caso di dichiarazione dello stato di mobilitazione o di emergenza regionale, e le Organizzazioni di Volontariato iscritte all'Albo regionale di Protezione Civile.

Un progetto imponente che comporta oneri a carico del bilancio regionale che sono quantificati complessivamente in 8.552.162,58 euro suddivisi in ragione di 4.276.081,29 euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024. Con riferimento al corrente esercizio 2022, la proposta di legge non genera oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale.

In vigore una «legge anacronistica»

Attualmente le attività di protezione civile sono disciplinate dalla Legge regionale 10 febbraio 1997, n. 4 – “Legge organica di protezione civile della Regione Calabria" che, oltre ad essere divenuta ormai anacronistica, non risulta essere più rispondente sia al mutato assetto normativo nazionale che al contesto operativo e organizzativo attualmente esistente.

«La sua articolazione – si legge nel corpo della delibera - rifletteva, infatti, l'organizzazione regionale dell'epoca non più coerente con l'attuale assetto risultante dalle norme sia di carattere nazionale che regionale che nel corso degli anni si sono succedute (si cita ad esempio il ruolo delle Province, le Comunità Montane ecc.). Inoltre, le diverse deliberazioni di giunta regionale intervenute nel tempo hanno avuto come risultato la creazione di una struttura che presenta ripetizioni e sovrapposizioni che rendono difficile l'individuazione di una catena di comando chiara».

La legge e i principi generali

Il “Capo I” del disegno di legge detta i principi generali della stessa delineando la collocazione della Regione nell'ambito del Sistema nazionale di Protezione civile, caratterizzato dalla sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione organizzativa delle amministrazioni interessate. Vengono definite le tipologie di eventi emergenziali la cui risposta è rimessa, in base all'intensità e/o all'estensione, alle amministrazioni localmente competenti in via ordinaria, alla Regione, o allo Stato.

Il “Capo Il” della proposta di legge effettua, in primo luogo una ricognizione delle componenti e delle strutture operative definendone le competenze, tenendo conto della partecipazione di altri soggetti quali gli ordini e collegi professionali, gli enti, gli istituti e le agenzie che svolgono funzioni in materia di protezione civile a livello regionale nonché le aziende, le società e gli altri soggetti pubblici o privati che svolgono funzioni utili per le finalità di protezione civile.

Nascono gli ambiti ottimali

La giunta si riserva poi di individuare gli ambiti ottimali di Protezione civile da intendersi quali «livelli ottimali di organizzazione delle strutture di protezione civile a livello territoriale di ambito al fine di garantire l'effettività delle funzioni del Sistema».

Il testo prosegue con l'esplicitazione delle funzioni esercitate dalle componenti del Sistema regionale, con particolare riferimento a quelle della Regione, della Città Metropolitana di Reggio Calabria e dei Comuni, anche in forma associata.

L'ambito rappresenta il livello intermedio tra la Regione ed i Comuni, fatta eccezione per la Città Metropolitana di Reggio Calabria, e consente una migliore definizione delle esigenze del territorio di riferimento.

I Piani della Città metropolitana di Reggio

Con deliberazione della Giunta regionale sono definiti gli indirizzi per la redazione, l'aggiornamento, la revisione e la valutazione periodica, dei piani di protezione civile della Città metropolitana di Reggio Calabria, di ambito e dei comuni.

Gli indirizzi regionali hanno quindi valore vincolante e la Regione può mettere a disposizione degli enti locali, quale supporto nell'attività di pianificazione, un apposito sistema informativo anche per consentire una più agevole fruizione di indicazioni e indirizzi uniformi.

I piani di protezione civile della Città metropolitana di Reggio Calabria e degli ambiti, sono predisposti in raccordo con la Prefettura. A livello comunale, si provvede alla predisposizione dei piani comunali di protezione civile sulla base degli indirizzi regionali

La novità è che nell'ambito del Sistema Regionale di Protezione Civile, alla Città metropolitana di Reggio Calabria, quale ente di area vasta, sono attribuite le seguenti funzioni: attuazione sul territorio di competenza delle attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi stabilite nella programmazione regionale, con l'adozione dei connessi provvedimenti amministrativi; alla predisposizione del Piano di protezione civile di area vasta sulla base degli indirizzi regionali in raccordo con le Prefetture; alla vigilanza sulla predisposizione da parte delle proprie strutture di protezione civile, dei servizi urgenti, anche di natura tecnica, da attivare in caso di emergenze.

AI fine di garantire l'effettività dello svolgimento delle funzioni delegate la Città Metropolitana provvederà all'ordinamento dei propri uffici, mediante l'adozione di un'adeguata struttura organizzativa, inclusa la nomina di un responsabile di protezione civile in possesso di formazione specifica.

Dal Comitato operativo al Centro funzionale decentrato

L'articolazione delle strutture regionali di Protezione Civile, non può prescindere dal Comitato operativo che, costituito con Decreto del Presidente della Giunta Regionale, viene attivato dal Direttore Generale del Dipartimento regionale Protezione Civile in occasione o in vista di una emergenza che richieda l'intervento della Regione o dello Stato, al fine di assicurare il coordinamento delle attività di emergenza.

La Sala Operativa regionale di Protezione Civile assicura il costante flusso di raccolta e di scambio di informazioni con il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le Prefetture, la Città metropolitana di Reggio Calabria e i comuni, il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e con le strutture concorrenti alle attività di protezione civile. Alla sua organizzazione provvederà uno specifico Decreto del Dirigente Generale del Dipartimento regionale di Protezione Civile.

Un ruolo chiave lo avrà il Centro Funzionale Decentrato della Regione Calabria che assicura, ove possibile, il preannuncio, il monitoraggio e la sorveglianza in tempo reale degli eventi naturali prevedibili e della conseguente evoluzione degli scenari di rischio, al fine di attivare i servizi di protezione civile ai diversi livelli territoriali. Ma un ruolo di rilievo nell’organizzazione del Sistema regionale lo rivestono anche gli Uffici di Prossimità che costituiscono, a livello provinciale, articolazione e presidio istituzionale regionale di protezione civile, assicurando comunicazione, supporto e accompagnamento ai soggetti pubblici e alle comunità locali.

Stato di mobilitazione e stato d’emergenza

A livello operativo, la Regione organizza e gestisce anche la colonna mobile regionale di protezione civile a cui partecipano la Regione, i suoi Enti strumentali, gli enti locali e il volontariato di protezione civile organizzato.

Il “Capo III” disciplina le forme di pianificazione, in corrispondenza dei differenti livelli territoriali presenti in ambito regionale.

Il “Capo IV” del disegno di legge "Gestione delle Emergenze" introduce i concetti di stato di mobilitazione regionale e di stato di emergenza regionale che possono essere adottati dal Presidente della Giunta Regionale in occasione o in vista di un'emergenza che interessa il territorio della Calabria.

Il Volontariato

Il “Capo V” è dedicato al Volontariato organizzato, inteso quale fondamentale struttura operativa del Sistema. In questo senso, la Regione promuove iniziative che sono volte ad accrescere la partecipazione dei cittadini alle attività di protezione civile. AI fine di consentire una ordinata gestione delle Organizzazioni di volontariato, la Regione provvede alla tenuta di un apposito elenco territoriale al quale possono iscriversi le Associazioni ed i Gruppi Comunali che intendono far parte del Sistema che possono accedere anche ad appositi contributi.

AI fine di garantire la partecipazione del volontariato organizzato di protezione civile alle attività del sistema regionale è prevista l'istituzione del Comitato di volontariato di protezione civile che svolge compiti consultivi di ricerca, approfondimento e confronto su temi relativi a promozione, formazione e sviluppo del volontariato. Il Comitato è composto da rappresentanti del volontariato organizzato e dei gruppi comunali di protezione civile, iscritti nell'elenco territoriale regionale, che restano in carica tre anni.

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