Rende, Infantino, il concorso e i trucchi per sistemarsi al Comune in attesa del Tar

L'ente si costituisce contro il ricorso dei cinque concorrenti al concorso revocato dal super dirigente del centro cosentino. Nominati tre avvocati, i quali costeranno 23.400,00 euro. E intanto il super burocrate trama per farsi autorizzare dalla Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali la sua permanenza per altri tre anni

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di Pa. Mo.
27 novembre 2018
18:52
Il municipio di Rende e Antonio Infantino
Il municipio di Rende e Antonio Infantino

Antonio Infantino, il super dirigente rendese braccio destro del Sindaco Marcello Manna non demorde e prosegue a redigere i suoi atti amministrativi molto discutibili che spaziano dalle gare d’appalto, agli affidamenti diretti, ai concorsi. Tuttavia, proprio un concorso, l’ultimo, che riguarda l’assunzione di due nuovi dirigenti amministrativi e di due tecnici, che noi abbiamo trattato con il pezzo A Rende con le alchimie di Infantino la sera fai un concorso che revocano al mattino e con il pezzo Il concorso di Rende: “Tanto va Infantino al lardo che ci lascia lo zampino”, non lo fa dormire la notte.


Cinque concorrenti, infatti, si sono opposti alla paradossale procedura messa in atto da Infantino, il quale aveva proceduto alla revoca del concorso bandito ed espletato fin dal 2013 e proponendo ricorso al Tar. Tuttavia, come sostenevamo sopra, Infantino non molla. D’altronde, l’atteggiamento sembra confermare le voci che sostengono che quel concorso Infantino lo vuole azzerato, affinché egli possa parteciparvi, in considerazione del fatto che il suo incarico di dirigente è in dirittura di arrivo con l’approssimarsi della legislatura. E Infantino, infatti, punta dritto alla meta, revocando dapprima le procedure concorsuali bandite nel 2013, adducendo generiche illegittimità con la determina n. 82 del 30/07/2018, oggetto del ricorso al Tar e, magari, procedendo ad un nuovo bando, nel quale lui stesso possa concorrere.



Ma a questo punto c’è il Tar, al quale hanno adito cinque concorrenti, i quali si sentono lesi nei loro diritti, considerato che attendono da cinque anni la fine della procedura concorsuale. Sarà proprio in quella sede che Infantino dovrà dimostrare quali sarebbero le illegittimità poste a fondamento della revoca del concorso. Una matassa non proprio facile da sbrogliare. E sarà proprio la discussione nel merito al Tar di Catanzaro di quella determina dirigenziale che, evidentemente, deve preoccupare e non poco Antonio Infantino, al punto che nomina un vero e proprio stuolo di legali per puntellare la precarietà del proprio atto in punta di Diritto. In un paese normale, nella vicenda, considerata la mole di interrogazioni, interpellanze, articoli dei giornali, sarebbe già intervenuta la Magistratura penale, ma forse la giurisdizione di Cosenza non deve essere proprio normale se i cittadini di fronte ad abusi di questo tipo per trovare il famoso “giudice di Berlino” sono costretti a ricorrere alla giustizia amministrativa.


Torniamo ai fatti. Il 19 novembre il super dirigente fa varare due determine dirigenziali del Settore Affari Legali: la n. 2059 e la n. 2060. Infantino è presente, questa volta in veste di Vice Segretario Generale con le due determine si conferisce l’incarico al collegio difensivo, l’Avv. Giuseppe De Luca del foro di Cosenza, il prof. Avv. Luca Tamassia, già consulente del Comune di Rende in materia di risorse umane e con un curriculum smisurato e l’Avv. Giorgio Fregni, anche questo navigato esperto di diritto amministrativo. Costo dell’operazione 11.700,00 euro per ciascun ricorso, totale 23.400,00 euro. Il tutto, per dimostrare la legittimità di un atto a firma di Infantino, la cui illegittimità la potrebbe percepire anche un analfabeta. Ma per Infantino, quel concorso non si deve fare, dimostrando una prepotenza che farebbe arrossire il più spregiudicato dei “don Rodrigo” contemporanei. Per Infantino, bisogna invalidare la procedura concorsuale a suo tempo avviata dal Commissario Straordinario dott. Maurizio Valiante che per ironia della sorte, fu colui che portò Antonio Infantino al Comune di Rende.


Ancora una volta, dunque, il dirigente Infantino si caratterizza per le sue alchimie e per l’abilità con la quale previene o rimuove eventuali resistenze nell’avventuroso percorso amministrativo di cui si rende protagonista. La cosa più curiosa, in questa vicenda, è il fatto che il super dirigente si sostituisce al Segretario Generale dell’ente, ufficialmente in ferie e titolare dell’Ufficio Legale del Comune. In qualità di vice segretario firma le determine; in veste di dirigente del Settore Finanziario, invece, sottoscrive il parere di regolarità contabile. Insomma, fa tutto da solo, anche su scelte come questa che avrebbero consigliato una sua astensione, considerato che l’atto impugnato porta la sua firma. E non si ferma qui. Con Delibera di Giunta n. 285 del 14/11/2018 (“piano triennale del fabbisogno del personale 2019-2021- Richiesta assunzione temporanea Dirigenti ai sensi dell’art. 110 commi 1 e 2 del TUEL”), richiede con urgenza alla Cosfel, (Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali), l’autorizzazione alla nomina di 3 posti da dirigente a tempo determinato con prosecuzione degli incarichi in essere e già autorizzati dalla Cosfel.


Insomma, Infantino ci prova e persegue tutte le strade possibili pur di rimanere a Rende, e così tenta di risolvere il suo problema, dal momento che non può avere per ora il posto a tempo indeterminato per via del ricorso presentato al Tar: in sostanza, chiede alla Cosfel di autorizzare anche il suo posto in scadenza, quale dirigente amministrativo dell’unità di progetto “Risanamento Finanziario”, previa nuova procedura comparativa selettiva. Praticamente, Infantino sta provando a farsi autorizzare il posto a tempo determinato per altri tre anni, procedura veramente illegittima, considerato che il suo incarico di natura fiduciaria è legato alla legislatura del Sindaco, e tuttavia, lo scaltro dirigente, cerca di agganciarsi alla durata del piano di fabbisogno che verrà proposto alla Cosfel, e che è relativo al 2019-2021. Tant’è che, con un colpo da maneggione amministrativo, nella Delibera, abilmente articolata, non fa menzione della durata dell’incarico per il quale si sta chiedendo l’autorizzazione alla Cosfel. Nell’indefinito, spesso, soprattutto in diritto, si mimetizzano le più grandi porcate.


Alla luce di ciò, affidiamo ad Infantino e ai nostri elettori dei quesiti che, almeno ci auguriamo, si porranno anche gli organismi deputati al controllo, giacché a quanto sembra, di questa telenovela rendese la cui trama è quella di calpestare norme, etica e buon senso, sembra che non interessi nessuno. La domanda è: se l’incarico del super dirigente è di pari durata a quello del sindaco, perché la Cosfel dovrebbe autorizzare, tra l’altro con urgenza, un incarico ora per il periodo successivo alla conclusione del mandato elettivo di Marcello Manna? E, laddove dovesse essere eletto un nuovo sindaco, per quale ragione Manna dovrebbe lasciargli in eredità i dirigenti da lui scelti, tra i quali lo stesso Infantino, ipotecando così i posti a tempo determinato?


Pa.Mo.

Giornalista
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