Rimborsopoli, si deciderà a settembre sull’arresto di Bilardi

Il senatore non sarà arrestato, almeno per il momento. La sua pratica è stata rinviata a settembre. La giunta per le immunità del Senato ha deciso di non decidere e ha rimandato tutto alla ripresa dell’attività legislativa
5 agosto 2015
22:03

«La Giunta – si legge nel resoconto della seduta di ieri - ha proseguito l’esame della domanda di autorizzazione all'esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti del senatore Giovanni Bilardi. Dopo diversi interventi in discussione generale, la relatrice Pezzopane, intervenendo in sede di replica, ha prospettato l’opportunità di accogliere le richieste di approfondimento avanzate nel corso del dibattito da alcuni componenti della giunta, confermando che tali approfondimenti sono finalizzati all'integrazione della propria proposta illustrata nella precedente seduta, che quindi non è da considerarsi definitiva».
In particolare è stato osservato che pare priva di fondamento la possibilità per il senatore di reiterare il reato, così come sostiene l’accusa perché da senatore non avrebbe alcun “grande patrimonio” da gestire.
Dopo la relazione della Pezzopane, il presidente, constatata l'impossibilità di procedere alla votazione della proposta conclusiva della relatrice, ha preso atto dell'intenzione manifestata dalla stessa di integrare la propria relazione e ha rinviato il seguito dell'esame, specificando che, qualora la proposta della relatrice non modificherà l'indirizzo, la discussione generale è da intendersi conclusa e, pertanto, si procederà alle dichiarazioni di voto e al voto conclusivo. Il seguito dell'esame è stato quindi rinviato.
Neanche il tempo di chiudere i lavori che i grillini hanno subito gridato all’ingiustizia, bollando il Pd come il partito custode dell’illegalità. Altri hanno intravisto nella scelta il peso dell’alleanza sempre più stretta che gli alfaniani hanno con il partito di Renzi. Proprio il Consiglio regionale della Calabria, dove Bilardi è stato eletto, è stato teatro di un nuovo accordo sul nome del presidente dell’assemblea che è stato votato sia dal centrosinistra che dai consiglieri di Ncd. Un patto che fa mantenere la carica occupata anche al vicepresidente di minoranza Gentile, espressione alfaniana e fratello del senatore e coordinatore regionale del partito Tonino Gentile. Il rinvio sul caso Bilardi, inoltre, servirà a stemperare la tensione e a tenere sempre più abbracciati i due partiti. (r.tr.)

 


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