Rottura tra Alfano e il Pd, le conseguenze in Consiglio: fuori Esposito e Gentile

Ai primi di luglio il rinnovo dell'Ufficio di presidenza di palazzo Campanella e delle Commissioni. Da sostituire anche D'Agostino e Bova
di Riccardo Tripepi
17 giugno 2017
13:12
Palazzo Campanella
Palazzo Campanella

Tagliando di metà legislatura a palazzo Campanella. Ai primi di luglio dovrà procedersi al consueto rinnovo dell’Ufficio di presidenza del Consiglio e delle Commissioni permanenti. Un passaggio che si annuncia quanto mai delicato per la maggioranza di centrosinistra in considerazione delle attuali tensioni che animano gli schieramenti.

 


La rottura tra Angelino Alfano e Matteo Renzi è destinata a provocare i suoi effetti anche in Consiglio dove, almeno fino ad oggi, Oliverio ha potuto contare su una sorta di maggioranza allargata agli uomini di Alternativa Popolare. L’accordo è definitivamente saltato come dimostra anche lo scontro avuto da ultimo tra il ministro dell’Interno, i Gentile e il responsabile regionale dell’organizzazione del Pd Giovanni Puccio.

 

La rottura avrà come immediata conseguenza l’uscita di Pino Gentile dall’Ufficio di presidenza del Consiglio, dove ha ricoperto l’incarico di vicepresidente di minoranza, e quella di Baldo Esposito dalla presidenza della Commissione “Riforme”. Un organismo che era stato resuscitato da Oliverio proprio per rinsaldare l’intesa con l’allora Ncd. Un’era politica fa: basta pensare che proprio Baldo Esposito, a Catanzaro, insieme al senatore Piero Aiello, sostiene la corsa verso palazzo dei Nobili del candidato del centrodestra Sergio Abramo contro Enzo Ciconte, candidato per il Pd. E i voti di Alternativa Popolare hanno pesato parecchio al primo turno e continueranno a farlo anche al ballottaggio.

 

Ci saranno poi altri due cambi che invece riguardano più da vicino il centrosinistra. Dando per scontata la conferma di Nicola Irto alla guida dell’Astronave, si dovrà comunque essere eletto il nuovo vicepresidente del Consiglio dopo l’auto sospensione dalla carica di Francesco D’Agostino, rimasto coinvolto in un’inchiesta giudiziaria. Stesso destino toccherà ad Arturo Bova, anch’egli autosospeso in seguito all’emergere di suoi presunti rapporti con un esponente della criminalità organizzata nell’ambito dell’inchiesta Jonny, che cederà la presidenza della Commissione anti ‘ndrangheta. Ma sull’organismo potrebbe anche avviarsi una discussione interna al Consiglio in ordine alla necessità della sua stessa esistenza.

 

Prima di questo valzer di poltrone, Oliverio dovrebbe finalmente procedere ad alcuni aggiustamenti in giunta. Verosimilmente subito dopo la chiusura delle urne a Catanzaro e la conseguente analisi del voto che potrebbe lasciare pesanti strascichi nel partito nel caso di una sconfitta di Enzo Ciconte.

 

In ogni caso si dovrà procedere alla sostituzione dell’assessore ai Trasporti Francesco Russo che dovrà essere sostituito dopo la nomina all’Autorità portuale di Gioia Tauro. I sondaggi su una possibile deroga per lui per restare in carica su entrambi gli scranni hanno dato esito negativo. Sempre sulla rampa di uscita rimangono poi il vicepresidente Antonio Viscomi, che da tempo ha rotto con il governatore, e l’assessore al Lavoro Federica Roccisano sulla cui sostituzione adesso stanno premendo anche le organizzazioni sindacali.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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