Strategie e riposizionamenti, il nuovo (e non solo) centro destra scricchiola

Le dimissioni di Gaetano Quagliariello da coordinatore del Nuoco Centrodestra hanno iniziato a provocare scossoni a tutti i livelli del partito
di Riccardo Tripepi
15 ottobre 2015
21:36

Anche in Calabria si sta guardando con attenzione a quanto avviene sul piano nazionale. I senatori calabresi, guidati da Tonino Gentile, hanno fin qui fatto valere tutto il loro peso a palazzo Madama sperando di ottenere il massimo dei risultati possibile. Tanto che, per il coordinatore calabrese degli alfaniani, si era tornato a parlare di un possibile incarico da sottosegretario. Adesso la situazione, però, pare assai diversa. A rompere le uova nel paniere ci ha pensato innanzitutto Denis Verdini che con il suo gruppo ha allargato a dismisura la maggioranza di Matteo Renzi alla Camera Alta, rendendo di gran lunga meno importante il contributo dei “gentiliani”. Adesso le dimissioni di Quagliariello potrebbero ridurre anche il drappello numericamente. Il tam tam dei palazzi romani (ma anche di quelli calabresi) segnale in uscita il senatore Nico D’Ascola, candidato alla carica di governatore alle ultime regionali. L’avvocato reggino venne designato al fotofinish per consentire ad Udc ed Ncd di presentare le proprie liste in una sorta di terzo polo. Una perdita che non sarebbe di poco conto sia per gli equilibri a palazzo Madama, che per il futuro del partito anche in Calabria. I sondaggi non sono per nulla favorevoli al partito di Alfano che sembra essere ormai alla frutta. Da un lato c’è il rischio della cannibalizzazione da parte del Pd, dall’altro la diaspora da parte di chi vorrebbe la rottura con Renzi.
E allora Gentile che, al momento non è che sia in grande feeling con Alfano, ha scelto di temporeggiare in maniera assai prudente prima di prendere ogni decisione. I rapporti con il centrosinistra, soprattutto a livello calabrese, sono sempre di semi alleanza, mentre sono ripresi anche i contatti con Forza Italia. Con i Gentile si muoverebbero sicuramente Piero Aiello e anche Giovanni Bilardi. Su quest’ultimo, però, pende la spada di damocle dell’autorizzazione all’arresto che proprio il Senato dovrà concedere o rifiutare a strettissimo giro di boa. Una decisione che potrebbe essere dirimente anche per la futura tenuta del partito.
Le prossime giornate insomma saranno determinanti nel centrodestra, e non soltanto in quello nuovo, per capire strategie e riposizionamenti. Con un Berlusconi che non pare in grado di rientrare nei giochi, le possibilità di arginare il renzismo sono ridotte in questa fase. E con loro si riducono le postazioni utili per continuare a calcare i palcoscenici parlamentari.

 


Riccardo Tripepi

Giornalista
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