Furbi e fessi

Un governo che grazia i No vax non è di destra: dov’è la certezza del diritto e della pena?

La Camera ha cancellato con un colpo di spugna le multe per gli over 50 che hanno rifiutato di vaccinarsi e ha reintegrato, senza nulla a pretendere, i medici e gli infermieri che hanno voltato le spalle alla scienza. È l’Italia, bellezza (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Enrico De Girolamo
30 dicembre 2022
22:12
Proteste no vax - foto di repertorio
Proteste no vax - foto di repertorio

Un governo che grazia i No Vax non è di destra. Eppure è quello che oggi è successo alla Camera con l’approvazione del cosiddetto Decreto Rave, che prevede, tra l’altro, la sospensione delle multe da 100 euro agli over 50 che non hanno adempiuto all’obbligo (e si sottolinea “obbligo”) di vaccinarsi, e - peggio ancora - che stabilisce il reintegro, senza nulla a pretendere, dei medici che hanno rifiutato di sottoporsi all’immunizzazione. Un po’ come accettare che un terrapiattista o un creazionista possa insegnare scienze a scuola. A questi soggetti è stata concessa un’indulgenza plenaria pagata, presumibilmente, con il proprio voto alla maggioranza che sostiene il governo Meloni. Premier che, pagando questa cambiale elettorale, ha negato la sua stessa natura conservatrice.

Inutile inalberarsi a favore della legalità, del rispetto delle regole, dell’osservanza severa delle leggi. Inutile evocare l’ordine e la sicurezza, se poi, alla prima occasione, si ricorre al solito colpo di spugna e si certifica con una sorta di voto di fiducia (la “tagliola”) che le regole non valgono nulla.


Meloni, Salvini e tutto il cucuzzaro di destra possono legittimamente avversare la vaccinazione obbligatoria o credere che per difendersi dal Covid basti non parlarne. Molti Paesi hanno agito così durante la prima mazzata della pandemia e quello che sta succedendo in Cina dimostra quanto sia sbagliato. Ma se una regola esiste ed è cristallizzata in una legge valida per tutti, cioè quella che rendeva il vaccino obbligatorio per personale medico e chi ha più di 50 anni, chi ostenta la sua militanza a destra non può e non deve compromettere la certezza del diritto. E della pena. Altrimenti nega se stesso, smentisce la valanga di proclami su cui ha costruito il proprio successo politico. Che alla fine appare per quello che è: una montagna di chiacchiere che partorisce il solito squittente topolino italiano. Perché è questo il vero, invalicabile limite di un Paese che aspira alla vetta ma poi si ritrova puntualmente a strisciare alle pendici delle sue ambizioni di serietà.

Tutti coloro che, con ogni comprensibile timore determinato dallo spaventoso contesto, hanno accettato di vaccinarsi e di vaccinare i propri figli, cosa dovrebbero pensare dinnanzi a un governo e un parlamento che alla prima occasione negano quell’obbligo di legge? Norma declassata in un attimo ad opinione, in sentito dire, in carburante per teorie negazioniste che rialzano la testa proprio in queste ore per dire: «Avete visto? Avevamo ragione noi, fessi voi». E il “fesso” è un paradigma tutto italiano che offre ai “furbi” la principale motivazione per continuare ad esistere. Perché furbi sono quelli che hanno rifiutato l’immunizzazione sapendo che, alla fine, ci sarebbero stati i soliti tarallucci e vino a chiudere la partita, mentre il 90 per cento degli italiani fessi li teneva al sicuro vaccinandosi anche per loro. Una minoranza antiscientifica e complottista, che domina le fogne social, a cui la destra al governo aveva fatto una promessa che oggi ha mantenuto. È l’Italia, bellezza.

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