CARDIOCHIRURGIA | Dal Gemelli a Cosenza, Massetti: «Curare la persona prima della malattia»

Incontro sui temi della sanità a Cosenza con il direttore dell’Area cardiovascolare del Policlinico romano, capace di operare una paziente di 97 anni per consentirle uno stile di vita migliore
di G. D.A.
13 gennaio 2018
10:44

«Avere una comune visione del futuro, con gli stessi valori civili e spirituali». Ha introdotto così, Massimo Massetti, direttore dell’Area cardiovascolare del Policlinico Gemelli di Roma, il suo intervento nell’ambito del simposio “Attualità e nuovi modelli assistenziali per il paziente cardiovascolare”, ospitato nel Salone degli Specchi del Palazzo della Provincia di Cosenza. Un incontro per discutere sulle necessità di mettere al centro la persona, il paziente e successivamente focalizzare l’attenzione sulla cura della malattia. Un momento partecipato, aperto con il presidente della Provincia Franco Iacucci avente come tema le condizioni della sanità in Calabria e gli sforzi delle forze politiche per migliorarne le prestazioni, facendo esplicito riferimento al progetto del nuovo ospedale per la città di Cosenza. Presenti anche l’arcivescovo Francescantonio Nolè, della diocesi Cosenza-Bisignano; il consigliere regionale Orlandino Greco; il consigliere comunale di Rende Gaetano Morrone; il delegato alla sanità del comune di Cosenza Massimo Bozzo.

I cambiamenti della società

Ed a un pubblico eterogeneo, composto da medici, rappresentanti delle istituzioni ma anche tanti cittadini interessati ad ascoltare il cardiochirurgo Massetti - capace di operare una paziente di 97 anni (oggi 98), per consentirle uno stile di vita migliore - il professionista ha spiegato quanto sia difficile sostenere i costi di una società che invecchia. Una società che cambia il profilo dei pazienti cardiovascolari e delle malattie. Indispensabile «organizzare le risorse intorno alla problematica della sorte della persona come paziente in ospedale». Necessario rompere le barriere create da un modello di ospedale costruito sulle competenze e sulle specialità, per fare spazio a un nuovo modello costruito sul sapere, sulla multidisciplinarietà e sull’accoglienza. Una terapia su misura, in sintesi e la continuità assistenziale, possibile solo grazie alla collaborazione fra strutture di diverso livello, anche fuori regione.


La collaborazione tra clinici e amministratori della sanità

Discutendo di casi concreti, secondo il medico «non c’è bisogno di una degenza lunga e costosa fuori da casa propria, se si riesce a implementare questo nuovo modello assistenziale, che richiede poche risorse, poggiando su strutture già presenti sul territorio, e molta collaborazione fra clinici e amministratori della sanità». Sulla stessa scia, la relazione del dottor Francesco Greco, dell’Uo Cardiologia interventistica dell’Ospedale civile Annunziata di Cosenza, che ha presentato gli importanti risultati del lavoro quotidiano di questa unità operativa, possibile «grazie al lavoro di un team che riesce a lavorare bene insieme».

L’importanza della prevenzione

Di cattive abitudini che incidono sull’insorgere di queste patologie ha infine parlato Maria Grandinetti, giovane cardiochirurgo del Gemelli e allieva del dottor Massetti, che ha voluto sottolineare l’importanza di un approccio di prevenzione che accolga non solo la fascia adulta della società, ma anche quella giovanile, altrettanto a rischio di patologie cardiovascolari legate a stili di vita poco idonei (l’abitudine al fumo, una dieta sregolata, grandi carichi di stress).

g.d'a.

Giornalista
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