Coronavirus, in Italia 25.853 casi e 722 morti. L’esperto: «La curva inizia a piegarsi»

Calano i pazienti ricoverati con sintomi. Livio Fenga (Istat): «I provvedimenti adottati dal governo stanno funzionando»

di Redazione
25 novembre 2020
23:00

Sono 25.853 i nuovi casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore. Lo rende noto il bollettino del ministero della Salute. I morti sono 722, mentre i pazienti ricoverati in terapia intensiva passano dai 3.816 di ieri ai 3.848 di oggi, con un aumento di 32. I tamponi effettuati sono stati 230.007, con un rapporto sui positivi pari a 11,24%.

In calo i ricoveri

Per il secondo giorno consecutivo sono in calo i pazienti ricoverati con sintomi, che sono passati dai 34.577 di ieri ai 34.313 di oggi (-264). In calo anche il numero degli attualmente positivi (-6.689), risultato dell'aumento dei dimessi o guariti che in 24 ore sono stati 31.819.


Le regioni più colpite

La regione con il maggior numero di nuovi casi è la Lombardia (+5.173), seguita da Piemonte (+2.878) e Campania (+2.815). Quella con il minor numero di nuovi casi è invece la Valle d'Aosta che ne registra appena 27.

«La curva comincia a piegarsi»

I numeri attestano che l'epidemia di Covid-19 ha cominciato a decelerare in Italia e la curva epidemica comincia a piegarsi ovunque, comprese alcune regioni che rientrano nella zona rossa. È quanto indica l'analisi, fatta a titolo personale, dallo statistico Livio Fenga, dell'Istat. «È particolarmente interessante intravedere un inizio di curva discendente nei dati», ha detto il ricercatore all'Ansa Le stime indicano che per il 7 dicembre il numero complessivo delle persone positive in Italia dovrebbe essere 801.000, quasi la metà rispetto al milione e mezzo che risultava dai calcoli fatti lo scorso 6 novembre. Gli stessi calcoli stimavano circa un milione di casi positivi per il 23 novembre, contro i 712.490 reali.

 

Sono numeri che indicano che «i provvedimenti adottati dal governo stanno funzionando e bene e lo scenario positivo che si delinea adesso potrà essere confermato a patto che non si allentino le misure e non si abbassi la guardia». Per quanto riguarda le regioni, le stime elaborate per il periodo che va da oggi al 24 dicembre indicano che in Valle d'Aosta la curva ha cominciato a scendere e che la tendenza alla decrescita è destinata a proseguire, «al punto da poter sperare in un declassamento della regione da rossa ad arancione anche prima di Natale», ha osservato Fenga. Analoga la situazione della provincia autonoma di Bolzano e quella della Calabria, «dove si prevede che la crescita prosegua ancora per poco, per cominciare a scendere nell'arco di tre settimane». Diversa la situazione della Lombardia: «anche se in questa regione si osserva un buon tasso di decrescita, i numeri restano alti».

 

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