La battaglia per la prevenzione dei tumori di un pensionato coriglianese arriva in Parlamento

Da 16 anni in cerca di risposte, Franco Le Pera lotta contro la Regione e l'Azienda sanitaria per rivendicare il diritto alla salute dei cittadini delle periferie. Ora trova manforte nella deputazione pentastellata

 

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di Marco  Lefosse
26 giugno 2018
12:05

Pare essere giunta ad una svolta la vertenza socio-sanitaria del pensionato coriglianese Franco Le Pera che dal 2002 incalza la Regione e l’apparato sanitario regionale affinché garantiscono alcuni servizi essenziali alla prevenzione e alla cura delle patologie tumorali, non solo negli ospedali Hub ma anche nelle strutture sanitarie periferiche. Una battaglia nella quale Le Pera, dopo anni di solitudine, ha trovato supporto e sostegno da parte del deputato pentastellato Francesco Sapia che di recente ha portato al questione sui tavoli del Governo e della Commissione parlamentare Salute. 

 


«Chiediamo – dice Le Pera - che il marcatore tumorale CA 72.4 venga erogato anche nelle strutture periferiche di competenza delle Aziende sanitarie pubblichee. È, questa, una battaglia che stiamo portando avanti dal maggio del 2002. Perché il diritto alla salute sancito dalla Costituzione deve essere accessibile a tutti e non soltanto da chi “è più fortunato” e può permettersi cure ed esami presso i laboratori privati».  

 

Un calvario lungo 16 anni

Nel 2002 – racconta poi il pensionato che affetto da patologia tumorale ha vissuto in prima persona i disagi - presso il Centro tumori Regina Elena di Roma, mi veniva prescritto di effettuare l’esame Marcatore CA 72.4 necessario per il successivo controllo. Mi recavo presso la nostra struttura pubblica, l’ospedale  di Corigliano Calabro per le analisi di routine, però mi sono sentito rispondere dall’addetto al servizio prelievi che il marcatore tumorale CA 72.4 presso la struttura non veniva effettuato. Chiedevo dove poterlo fare. Ma nessuna risposta concreta. Quindi vado prima all’ospedale di Rossano, poi a Cariati, ed ancora a Trebisacce. Infine – racconta ancora - arrivo a Cosenza e li finalmente mi dicono che questo esame si poteva fare, non solo nella struttura pubblica ma anche nei laboratori privati. Tutto ciò, francamente, mi insospettì, in quanto mi resi conto di una sorta di politica sanitaria discriminatoria messa in atto nei confronti degli utenti dello Jonio cosentino». 

 

Il Movimento 5 Stelle porta la vertenza in Parlamento

«In tutti questi anni ho chiesto ripetutamente perché il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione all’articolo 32, non venisse garantito anche ai malati dello Jonio cosentino. Io per fortuna sono riuscito ad andare fino a Cosenza per fare le analisi, ma altri che non hanno questa possibilità hanno dovuto rinunciare ad un esame che è molto importante per la patologia tumorale. Ci sono voluti ben 16 anni per verificare – aggiunge - che un esponente politico prendesse a cuore questa mia segnalazione che, lo ripeto, è solo un fatto di giustizia e di equità nei confronti di tutti gli utenti della sanità che gravitano sull’Asp di Cosenza. Il mio augurio, che poi è l’augurio di tutti coloro che hanno bisogno di fare quest’analisi, è che la richiesta inoltrata dal parlamentare del M5S, Francesco Sapia, venga accolta al più presto da chi ha competenze in merito e che finisca una volta per sempre quest’azione discriminatoria nei confronti delle strutture sanitarie periferiche della Calabria».

 

Giornalista
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