Sciopero medici: «Anche la sanità calabrese si è fermata ma nessuno se ne è accorto»

Domenico Minniti, presidente regionale Aaroi Emac, spiega i termini della protesta nata per sensibilizzare sul «costante definanziamento di cui è vittima il Servizio sanitario nazionale, che si ripercuote inesorabilmente sulla qualità delle cure erogate»
13 dicembre 2017
09:24

«In linea con la massiccia adesione allo sciopero della Dirigenza Medica e Veterinaria proclamato dalle principali Organizzazioni Sindacali di categoria, anche la sanità calabrese si è fermata.  Si è fermata nel silenzio inspiegabile dei media locali, forse talmente abituati ad una situazione di stallo nell’assistenza sanitaria, da non rendersi conto che ieri, ben oltre il 90% delle sale operatorie dei nostri Hub e dei nostri Spoke sono rimaste chiuse». Queste le parole affidate ad una nota diffusa alla stampa di Domenico Minniti, presidente regionale Aaroi Emac sezione Calabria, Associazione italiana anestesisti rianimatori ospedalieri italiani - Emergenza ed area critica.

Garantite solo le emergenze

Nella giornata di ieri, infatti: «Sono state garantite esclusivamente le emergenze e le urgenze chirurgiche indifferibili, per le quali ciascuna Unità operativa ha disposto i contingenti minimi previsti dalla normativa, a tutela dei servizi pubblici essenziali. Non solo rivendicazioni economiche quelle dei Medici in attesa, come tutto il pubblico impiego, del rinnovo di un contratto scaduto ormai da otto anni.  Ma anche e soprattutto una protesta per il costante definanziamento di cui è vittima il Servizio sanitario nazionale e che si ripercuote inesorabilmente sulla qualità delle cure erogate».


 Richiamato l'interesse dei cittadini

Critica la posizione del comparto sanitario nei confronti delle scelte politico-amministrative:«Mentre il Governo da un lato ha trovato, negli anni, le risorse per salvare il sistema bancario, dall’altro fa finta di non riuscire a trovare una cifra, decisamente inferiore di quella investita per il primo scopo, per finanziare adeguatamente il rinnovo del contratto e garantire, attraverso i Livelli essenziali di Assistenza, quell’universalità delle cure che da sempre ha reso il nostro Ssn modello cui ispirarsi. I medici calabresi, ma tra questi soprattutto gli anestesisti rianimatori, hanno inviato un messaggio chiaro ai Governi centrale e locale, espressione dello stato di disagio nel quale si trovano.  Paralizzando per un giorno l’attività chirurgica hanno inteso però anche richiamare su di loro l’interesse dei cittadini per invitarli ad un’alleanza strategica, sinergica, affinché gli organi di governo concentrino le loro giuste attenzioni sulla qualità delle cure che devono essere erogate e sulla qualità del lavoro di tutti gli operatori della Sanità».

 

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