Spiegare il coronavirus ai bambini, i consigli della scuola De Amicis di Vibo

Una nota dell'istituto comprensivo vibonese aiuta a gestire le paure che la sovraesposizione mediatica e l'ansia eccessiva possono ingenerare

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di Redazione
29 febbraio 2020
14:24

Spiegare ai bambini le cose dei grandi, senza trasmettere ansia ma comunque preparandoli ad affrontare le loro prove quotidiane, in sicurezza e consapevolezza, è la più delicata delle incombenze, per genitori e maestri. A tale proposito, interessante la nota diffusa dall’istituto comprensivo De Amicis di Vibo Valentia, dal tema emblematico: "Coronavirus, i consigli degli esperti per spiegarlo ai bambini senza spaventarli: dare loro le regole essenziali infondendo fiducia, riportando pareri di infettivologi e pediatri autorevoli".

 


«I bambini non restano in attesa che gli adulti spieghino loro come va il mondo, e spesso un’idea se la fanno da soli. Magari sbagliata o, quantomeno, confusa. E allora bisogna provare a riavvolgere il nastro delle ultime settimane», si legge nella nota. «Abbiamo cercato di farlo insieme a Vania Giacomet, professore associato dell’Università degli Studi di Milano e responsabile dell’unità di Infettivologia Pediatrica al Sacco e Maria Antonella Costantino, presidente della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza e direttrice dell’Unità operativa dedicata del Policlinico di Milano».


Il coronavirus spiegato ai bambini

«Ai bambini dobbiamo parlare in modo schietto - afferma la dottoressa Costantini-. Meglio fare un confronto con qualcosa che loro già conoscono, come l’influenza. Spiegare che mentre per combattere l’influenza abbiamo strumenti molto efficaci, questo è un virus nuovo, per il quale non ci sono ancora né vaccino, né medicine». E poi, le indicazioni: avere sempre un fazzolettino usa e getta pronto per gli starnuti, mai mettere oggetti in bocca, mai prenderli da altri bambini (un esempio classico è la penna), masticarli e poi passarli agli amici, lavarsi spesso le mani. Cercare di evitare di rimanere in luoghi chiusi con molte persone. «E dire loro – spiega l’infettivologa pediatrica – che tutte queste attenzioni sono mirate a evitare la trasmissione di microbi».

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Bilanciare regole e fiducia

Ma come bilanciare la necessità di far capire ai bambini che si tratta di regole importanti, con quella – altrettanto prioritaria – di non trasmettere ansia? «Rimarcare la necessità di rispettare determinate norme igieniche con più attenzione del solito – aggiunge la dottoressa Vania Giacomet – , e rassicurare sul fatto che gli scienziati di tutto il mondo ci stanno lavorando e sulla fortuna di essere in Italia, dove c’è un’ottima sanità e medici che ci possono aiutare. E sul fatto che dopo questo primo periodo, arriveranno i vaccini e le medicine anche per il Coronavirus e, se saremo bravi a rispettare le regole, si tornerà alla normalità». 

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Quanto agli adulti, i suggerimenti sono anche per loro: «I grandi devono imparare a gestire l’ansia – evidenzia la Costantino – perché possiamo dire qualsiasi cosa, ma se i nostri figli ci vedono entrare nel panico, capiscono che stiamo nascondendo qualcosa. Spiegazioni semplici, dunque, realistiche e adatte all’età». Il messaggio da trasmettere è chiaro: «Possiamo solo fare del nostro meglio e avere fiducia nei medici e nelle persone che stanno lavorando».


La paura del contagio 

«In questi giorni i bambini hanno sentito parlare di “un virus che arriva dalla Cina”. Il rischio è che si convincano di poter essere contagiati dai bambini cinesi, con i quali hanno studiato, giocato e condiviso passioni sportive fino al giorno prima. Per evitarlo (…)– dice Vania Giacomet – va sottolineato che al virus non interessa l’etnia, il colore della pelle, il Paese di origine o la religione di una persona. I bambini sono meno esposti e, anche in caso di contagio, gli effetti sono molto più lievi». E le mascherine? Molti adulti non sanno ancora come comportarsi a riguardo e, di conseguenza, anche i più piccoli sono confusi. «Dovrebbe utilizzarla solo chi è contagiato-prosegue la Giacomet - e non ha senso che la indossino le persone sane a meno che non si debba, per una ragione o per l’altra, essere a contatto con molte persone o con pazienti affetti dal coronavirus. (…) Sarebbe meglio se la indossassero anche le persone che hanno sintomi influenzali, pur non avendo contratto il Coronavirus».


Le immagini e il ricordo

«Le immagini che si vedono in tv – spiega Maria Antonella Costantino – viaggiano troppo velocemente e rischiano di generare angoscia. I bambini non fanno in tempo a metabolizzarle. Sarebbe preferibile che non seguissero, soprattutto da soli, quei programmi nei quali si parla del coronavirus». Ai bambini rimane sempre qualcosa dalle esperienze. Se saremo capaci di fargli vivere questa con serenità, resterà una traccia positiva che darà strategie per il futuro».

 

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