Concorsi al policlinico di Catanzaro, gli idonei di Reggio insorgono: «Ignorati dalle istituzioni»

L'azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli ha una graduatoria di figure attinenti a profili professionali di operatore sociosanitario da smaltire. Ma il policlinico del capoluogo di regione ha deciso di bandire selezioni per gli stessi ambiti

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di Luana  Costa
21 ottobre 2018
14:21

«Ci sentiamo mortificati e molto amareggiati». Inizia così la lettera aperta scritta dai circa trecento operatori sociosanitari facenti parte della graduatoria stilata lo scorso marzo dall'azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria. Gli idonei, in attesa di essere assunti nelle aziende ospedaliere e sanitarie regionali, hanno deciso di chiedere un incontro alle istituzioni, dopo aver appreso dei concorsi in procinto di essere banditi dal policlinico universitario Mater Domini per le medesime figure professionali.

 


«Noi facciamo parte di una graduatoria già pronta con meno di trecento unità da smaltire - spiega Luciano Procopio - e non vogliamo porci in contrasto con i precari o con le cooperative, nè organizzare manifestazioni popolari o guerre fra poveri che servirebbe ad aumentare l'umiliazione di quanti come me stanno vivendo questa odissea senza fine». 

 

«Vogliamo però richiamare l'attenzione e il buon senso di tutti i vertici aziendali e sindacali affinchè la nostra graduatoria sia tenuta nella giusta considerazione e possa essere smaltita così come avvenuto per tante altre bandite. Il fabbisogno di operatori sociosanitari è enorme nelle aziende calabresi, chiediamo quindi di diventare oggetto di discussione e auspichiamo che si trovi al più presto una soluzione. Noi siamo risultati idonei e i concorsi sono stati sostenuti con enormi sacrifici, crediamo quindi che con un po' di buon senso si possano costruire le adatte condizioni».

 

«Non ci sembra giusto che si continuino ad espletare nuovi concorsi inerenti il medesimo profilo professionale e nelle stessa regione di appartenenza. Ci provoca sconforto constatare che il sacrificio di tante persone non è affatto tenuto in considerazione in una terra, come la Calabria, dove la fame di lavoro è alta. Nelle prossime settimane una nostra delegazione chiederà un incontro alle istituzioni preposte per chiedere garanzie e una definitiva soluzione del problema».

 

Luana Costa

Giornalista
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