Fondazione Campanella, Wanda Ferro: 'Per evitare il default, si faccia ricorso al decreto salva-Regione

La vicepresidente di Forza Italia interviene sul caso Campanella, e suggerisce alla regione come uscire dall'enpasse
di Redazione
20 novembre 2015
14:03

Di seguito una dichiarazione della vice coordinatrice regionale di Forza Italia, Wanda Ferro:

Dopo la sentenza che ha condannato la Regione Calabria a pagare alla Fondazione Campanella un maxi risarcimento di 80 milioni di euro, occorre trovare una soluzione che veda la politica protagonista senza che il destino della Fondazione, e dunque quello della Regione Calabria, sia affidato alle aule di giustizia.

Non mi interessa, in questa sede, indugiare sulle responsabilità di questa o quella parte politica, ma il governatore Oliverio non può e non deve indugiare attendendo la lettura delle motivazioni del Tribunale  civile prima di valutare le iniziative più opportune a difesa della Regione.

Sembra paradossale  che la Regione prenda tempo per decidere la strategia di difesa giudiziale di fronte ad una condanna che la vede soccombente nei confronti di un Ente partecipato  di cui la stessa Regione è socio fondatore.

I motivi della sentenza sono oramai noti e appaiono così chiari da non lasciare spazio ad interpretazioni di sorta: la Regione è stata inadempiente nei confronti della Fondazione e non sembra vi siano  margini di riforma, anzi il maxi risarcimento di 80 milioni potrebbe essere solo  una parte della maggiore  somma vantata dalla Fondazione Campanella, altri 40 milioni di euro,  che  la Regione Calabria potrebbe essere costretta a pagare.

Per questi motivi la soluzione della vicenda  Fondazione Campanella non  può essere affidata ai tempi lunghi della giustizia, ma deve essere affrontata e risolta dalla politica fuori dai Tribunali.

La politica deve riprendersi il ruolo centrale che le compete, incidendo sulle complesse criticità che si trascinano da anni attraverso una visione complessiva dei problemi, senza rinviarli a data da destinarsi  e lasciare  che la patata bollente passi nelle mani della prossima legislatura.

In tale direzione non sembra potersi dubitare che la posizione attendista del presidente Oliverio sia finalizzata proprio a far sì che i debiti scaturenti dalla sentenza, ed evidentemente anche quelli ulteriori che la Regione sarà costretta a pagare, siano posticipati a quando sarà concluso il suo mandato, con buona pace dei calabresi che rischiano un vero e proprio default della Regione.  

Qualche mese fa, proprio sulla vicenda della Fondazione Campanella, il governatore ebbe a  dichiarare che non si può invertire la storia delle cose.

E invece, non solo si può, ma si deve.

La storia delle cose si inverte se si è capaci di governare i problemi senza farsi governare e sopraffare dalle circostanze che accadono.

Il nostro futuro è nelle nostre mani, non in quelle della “storia delle cose”: il futuro della Fondazione Campanella e della Regione Calabria è  ora nelle mani di chi governa.

Il presidente Oliverio coinvolga il Rettore e insieme chiedano al Prefetto di Catanzaro la revoca dello stato di liquidazione della Fondazione, in modo che la Fondazione sia sottratta all’amministrazione di un commissario liquidatore e  consegnata nelle mani della politica che,  nell’esclusivo interesse della collettività, componga la vicenda, proprio in quanto la Regione è socio fondatore, in via  stragiudiziale attraverso una transazione cui tutti gli attori pare abbiano già lasciato intendere di essere disponibili.

Solo in tal modo sarà evitato il verosimile default della Regione, la quale, avvalendosi  dell’ultimo decreto “salva regioni”, potrà  riallineare e contabilizzare i debiti pregressi contratti con lo Stato spalmandoli in trent’anni,  sì da lasciare margine per una reale  regolarizzazione dei conti regionali.

La Regione colga tale opportunità, forse l’ultima, per riordinare il bilancio esponendo tutti i debiti, compreso quelli conseguenti a sentenze esecutive ed efficaci, anche se non passate in giudicato, i quali potranno essere sicuramente ridimensionati se si perverrà, saggiamente, ad una composizione bonaria della controversia, senza aspettare gli ulteriori giudizi dei Tribunali che potrebbero rivelarsi ancor più pesanti per le casse della Regione.


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