Sanità, si è svolta a Lamezia Terme l'assemblea dei sindaci del Reventino

All'incontro hanno partecipato il dg dell'Asp di Catanzaro Giuseppe Perri e una delegazione dei sindaci dei Reventino per discutere del futuro dell'ospedale della zona
di Redazione
18 marzo 2016
12:53

Si è svolto negli uffici amministrativi dell’Asp a Lamezia Terme l’incontro tra il direttore generale dott. Giuseppe Perri e una delegazione dei 24 sindaci del Reventino, tra cui il sindaco di Soveria Mannelli Giuseppe Pascuzzi, di Cicala Alessandro Falvo, di Decollatura Annamaria Cardamone, di Conflenti Giovanni Paola, di Platania Michele Rizzo e il consigliere del Comune di Serrastretta Michele Maruca in rappresentanza del sindaco, per discutere del futuro dell’ospedale del Reventino. Presente anche il Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero di Soveria Mannelli, dott. Claudio Tomasello. Perri ha subito precisato che continuerà a incontrare e dialogare con i sindaci del territorio, in quanto sono i diretti rappresentanti dei cittadini, quest’ultimi finanziatori del Servizio sanitario regionale e nazionale. “Il confronto – ha evidenziato Perri – è utile oltre ad essere un dovere, in quanto il direttore generale è l’esecutore delle politiche sanitarie decise dalla Giunta regionale e, nel nostro caso, decise dalla struttura commissariale”.

 



Il dg ha poi ripercorso la storia del declino e del depotenziamento dell’ospedale di Soveria Mannelli. “Un declino – ha detto Perri – che risale al Decreto 18 del 2010 del presidente della Giunta regionale. L’atto da cui dobbiamo partire indiscutibilmente, nell’ambito della gestione commissariale dell’Ing. Scura, è il decreto del commissario ad acta numero 9, un decreto preparato dalla precedente Giunta regionale: dopo pochissimi giorni dal suo insediamento, il commissario Scura ha adottato l’atto, probabilmente per rispondere ad una necessità dovuta ai tavoli ministeriali. Questo decreto è stato oggetto di osservazioni da parte di questa direzione generale, che si è insediata il 30 marzo, quindi qualche giorno prima del decreto n. 9. Le osservazioni sono state oggetto di un’articolata delibera con un allegato, in cui abbiamo presentato delle osservazioni per i tre ospedali, in particolare per Soveria Mannelli, e teneva conto del territorio montano e delle condizioni disagiate, legate alla viabilità e alle condizioni meteorologiche. Dopo l’emanazione del decreto 9 il Ministero della Salute, in esecuzione al “Patto per la salute”, ha emanato il decreto n. 70 del 2015, dove classifica gli ospedali secondo degli standard di popolazione e riguardo anche alle complessità delle cure che devono erogare. Il 3 marzo il commissario ripropone il decreto n.30, che non è stato condiviso con i direttori generali e porta solo la firma di Scura e Urbani”.

 


“Per quanto riguarda Soveria Mannelli, il nuovo decreto prevede 59 posti letto, che è un miglioramento rispetto al decreto 9, e questo grazie agli stimoli che il commissario ha avuto dalla direzione dell’Asp e dal sindaco di Soveria Mannelli. Il decreto prevede infatti una Medicina generale con 20 posti letto, più 20 posti letto di lungodegenza, dove ci sarà all’interno una struttura semplice di Cardiologia e lungodegenza. Poi ci sono 4 posti letto di Emodialisi, c’è un day hospital multidisciplinare con 5 posti letto e un ambulatorio di Oncologia, che è funzionalmente integrato alla struttura complessa di Lamezia. Per l’area chirurgica c’è una novità importante, che è la struttura semplice, con 6 posti letto, del day surgery multidisciplinare, che sarà aperta da lunedì a venerdì ed è aggregata alla struttura complessa lametina. Per quanto riguarda l’area dell’emergenza-urgenza, nell’atto aziendale daremo autonomia organizzativa alla classificazione della struttura, in modo che il pronto soccorso sia svincolato dalla struttura di Lamezia. Prevista infine la Medicina diagnostica e dei servizi, con una struttura semplice con 5 anestesisti, che è legata all’ospedale di Lamezia. Vengono inoltre mantenuti il Laboratorio analisi per i degenti, l’area dei servizi di supporto e la farmacia ospedaliera che rimane struttura semplice aggregata alla struttura complessa del nosocomio lametino. Noi su Soveria non dobbiamo solo organizzare delle funzioni ospedaliere, ma anche territoriali. In quest’ottica, per esempio, si potrebbe pensare a una pediatria territoriale garantita da una rete di specialistica, anche perché in ospedale deve andare solo il bambino acuto. Abbiamo degli spazi nell’ospedale montano che devono essere riempiti di contenuti, ma vanno portate avanti proposte sensate, altrimenti non avranno esiti positivi”.

 


Dopo l’intervento del dg Giuseppe Perri hanno preso la parola alcuni sindaci. In particolare, il sindaco di Cicala Falvo, delegato da tanti sindaci del Reventino "catanzarese", nel ringraziare il Dg Perrio per la sensibilità dimostrata nell'ascoltare i territori e i vari disagi in materia sanitaria, ha auspicato un forte impegno nel garantire un servizio pediatrico di qualità come quello attualmente in essere e più in generale una rivisitazione del servizio di medicina di base e della continuità assistenziale con particolare riguardo alle zone montane disagiate. Il sindaco di Soveria Mannelli Pascuzzi ha sottolineato come la serrata dialettica tra Comune, sempre in rappresentanza della rete dei 24 sindaci del comprensorio, con la dirigenza aziendale e con tutti i vertici istituzionali, della struttura commissariale e della Regione, ha consentito di mantenere vivo il confronto sul fondamentale ruolo dei nosocomi di area montana disagiata e sulla necessità di una loro concreta valorizzazione. “Siamo riusciti a mantenere attivi alcuni importanti servizi – ha spiegato Pascuzzi – ora però occorre fare quadrato con l’Asp: tutti i sindaci chiederemo alla struttura commissariale, alla Regione e al Ministro Lorenzin una deroga all’attuale normativa. È assolutamente necessario derogare ai principi dell’analisi dei costi posti in capo all’Azienda, tenendo fuori dall’analisi gli ospedali di zona disagiata montana, altrimenti attraverso questo meccanismo, in futuro, se ne potrà disporre l’ulteriore dimensionamento in ragione dell’abbattimento dei relativi costi. È chiaro che il mantenimento dei presidi di zona montana rispondono all’esigenza di garantire le più adeguate prestazioni sanitarie in favore di porzioni di popolazione disagiata, in ossequio ai principi costituzionali, e non possono viceversa rispondere meramente a logiche di ottimizzazione e taglio delle spese aziendali".
"Solo disponendo che l’analisi dei costi aziendali non investa i nosocomi di area disagiata, si potrà realmente continuare a garantire il futuro di questi fondamentali presidi. Questa azione dev’essere spinta con forza in direzione del commissario Scura chiedendo l’immediato sblocco del turnover, perché si possano integrare gli organici ed attivare tutti i servizi e le funzioni ospedaliere ed ambulatoriali che sono previste nei vari atti programmatici. In difetto molte cose rimarranno inevitabilmente solo su carta. Continueremo a ragionare e a discutere con l’ottima direzione aziendale, affinché si prosegua con la necessaria determinazione nell’azione di riorganizzazione del presidio di Soveria Mannelli, ricercando le migliori soluzioni possibili nell’ambito degli standard definiti con il Patto per la salute. Tutti i 24 sindaci del Reventino continueranno a chiedere al ministro Lorenzin di potenziare il modello ospedaliero di zona disagiata montana, peculiarmente e in deroga, perché il diritto alla salute dev’essere tutelato per tutti i cittadini e non solo per coloro che hanno la fortuna di abitare in contesti meno periferici. Non crediamo che il problema del disavanzo sanitario in Italia sia dipeso dalle poche e piccole strutture di area disagiata, ma che i veri problemi risiedano altrove".

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