La favola di Teresa, da Polistena alla finale del Tour music fest di San Marino: grinta sul palco, umiltà nella vita

Teresa Auddino, in arte Idolina, è tra i finalisti del contest musicale Tour Music Fest che si svolgerà sabato prossimo nella repubblica di San Marino. Apprezzata voce dei Walking Trees, la band storica della Piana reggina formata anche da Enzo Tropepe, Franco Pezzano, Giancarlo Alessi, l’artista polistenese ha superato la selezione di Napoli e ora partecipa nella categoria over della kermesse dedicata agli emergenti. «Ho partecipato quasi per gioco e per una sfida con me stessa – racconta Teresa nella tabaccheria di Polistena che gestisce – e con questo spirito intendo concludere la sfida, ringraziando tutte quelle persone che mi hanno incoraggiato prima e dopo la mia fortunata partecipazione».

In effetti la cantante descrive una situazione che ad un certo punto stava congiurando contro la sua selezione. «Per motivi di salute avevo saltato l’appuntamento di Reggio Calabria – prosegue – e ci stavo rinunciando, poi gli organizzatori mi hanno invitato alla selezione di Napoli e anche quella mattina ero ancora indecisa se andare o meno: ci sono stati incoraggiamenti importanti in quelle ore, ed ora eccomi». Grinta sul palco, umiltà nella vita, Teresa non vive l’ubriacatura del successo che la musica soul le ha dato.

«In me continuano a convivere tranquillamente due anime – sostiene – quella che per vivere lavora e quella che per vivere meglio coltiva da oltre 30 anni la passione per la musica. Ricordo ancora l’emozione della prima volta, nell’auditorium di Polistena, e poi da lì è stato un crescendo di soddisfazione per noi che facciamo questo non per lavoro, le prove, i concerti in piazza, le esibizioni nei locali. Fu mio fratello a condizionarmi nella scelta dell’attuale nome, Idolina (piccolo idolo), prese a scherzare le prime volte che salivo sul palco definendomi così vista la mia età di allora: oggi sono cresciuta, anche artisticamente, mi sento diversamente giovane, ed ho pensato di conservare quell’appellativo che tanta fortuna mi ha portato».