ECCELLENZE | A Massimo Mirabelli il premio ideato da Sergio Mazzuca

La manifestazione andrà in scena domani (21:30) nella piazzetta panoramica di San Lucido dove il diesse cosentino del Milan riceverà un gioiello del maestro orafo Gerardo Sacco
di Alessio Bompasso
4 settembre 2017
15:48

A Massimo Mirabelli, direttore sportivo del Milan ma calabrese doc il premio “Eccellenza calabrese” ideato dall’imprenditore Sergio Mazzuca. La manifestazione andrà in scena domani alle 21:30 al Gafiubar nella piazzetta panoramica di San Lucido dove il diesse cosentino del Milan riceverà un gioiello del maestro orafo Gerardo Sacco. «La maschera apotropaica, realizzata dal maestro Gerardo Sacco, rappresenta - ha dichiarato Mazzuca - un piccolo segno di riconoscimento per una persona particolarmente attiva ed impegnata nei confronti del calcio. Orgoglioso della sua terra, Mirabelli, ha saputo infonderci i valori sani e profondi dello sport, con  la convinzione che volontà, sacrificio e determinazione conducono al successo».  

 

Chi è Massimiliano Mirabelli

Dal San Calogero, nel Vibonese, al Milan. Dal campionato di Promozione alla Serie A. Passando da Rende, Cosenza, Sunderland ed Inter. Massimiliano Mirabelli è ufficialmente il nuovo direttore sportivo del club rossonero. Una figura voluta fortemente da Marco Fassone, dg della neonata dirigenza milanista, con Antonio D'Ottavio che sarà il nuovo capo-osservatore di casa Milan.


Nato a Rende il 15 agosto 1969, Mirabelli ha svolto una carriera da libero nelle categorie inferiori tra lo stesso Rende, ma anche Trani, Altamura, Castrovillari e Crotone. Ritiratosi a soli 26 anni, inizia una nuova trafila per divenire dirigente. Lavora come osservatore per club come Empoli e Inter, ma nel 1997 riceve anche l’incarico di direttore sportivo del San Calogero, club con il quale vince immediatamente il Girone B di Promozione. È l’inizio di una nuova carriera ricca di successi. Nel corso degli anni, vince per due volte l’Eccellenza Calabra con l’Acri e la Rossanese. Poi torna al Rende, con cui porta a casa per la terza volta l’Eccellenza Calabra e anche la Serie D, arrivando a un soffio dalla Serie C1 nel 2006, quando i suoi perdono la finale dei playoff contro il Taranto.

 

Un “lupo” alla corte del “diavolo”

Nel 2007 il Rende cede il titolo sportivo al Cosenza e Mirabelli accetta il nuovo incarico, inventandosi nel ruolo di allenatore un tecnico di categoria come Domenico Toscano. La ripartenza dalla Serie D coincide immediatamente con la sesta promozione nella carriera del dirigente, bissata l’anno successivo con la vittoria del Gruppo C della Seconda Divisione Lega Pro. Sette promozioni in dodici anni di carriera, prima che nell’estate del 2010 si interrompa la collaborazione con il Cosenza.

Inizia una nuova fase nella carriera di Mirabelli. Passa alla Ternana, poi addirittura in Inghilterra per collaborare con il Sunderland (2013-14). E, infine, trova la sua dimensione ideale all’Inter, dove viene chiamato dall’amico Piero Ausilio. Prima come semplice osservatore (dal 2014), poi come responsabile del settore. Con lui, arrivano in nerazzurro Ivan Perisic e Jenson Murillo. Colpi di mercato all’insegna del controllo dei conti e della prospettiva. Prima di decidere di mettersi in proprio e accettare la corte di Fassone e del nuovo Milan.

Giornalista
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