«Il tesoro di Alarico è qui», nel Cosentino l’azienda che valorizza l’oro di Calabria: l’olio
L'azienda agricola Piro, sita ad Altomonte, produce un prodotto bio di alta qualità. Alessandro Fedele, dopo il percorso universitario, ha deciso di dedicarsi attività familiare: «Promuoviamo le unicità calabresi»
Alessandro Fedele ha scoperto il tesoro di Alarico. No, non è uno scherzo. Alessandro è un ragazzo che pensava di dedicarsi esclusivamente ai suoi studi di Ingegneria. Poi è successo qualcosa. Che lui stesso ci racconta: «Poi è arrivato il Covid. Come tanti studenti fuorisede in quel periodo sono tornato a Cosenza. Proprio in quel periodo di zone rosse e lockdown ho iniziato a pensare a come poter valorizzare l’uliveto di famiglia ed il suo oro liquido».
Quindi nasce così, quasi per gioco, il brand Alarico. La scelta del nome immagino sia volutamente una provocazione. «Se per tanti il tesoro di Alarico è una leggenda e per altri è ancora da trovare per noi il tesoro è sempre stato sotto i nostri occhi - racconta Alessandro - perché il vero tesoro sono i prodotti enogastronomici calabresi, come il nostro Olio Evo Bio Monocultivar, ma anche le bellezze architettoniche e paesaggistiche».
L’azienda agricola Piro, della quale si è sempre occupata la madre di Alessandro, è in un posto fantastico, a due passi da tutto. «In effetti l’azienda si trova ad Altomonte, nel cuore della Piana di Sibari, in una posizione veramente strategica : in meno di mezz’ora si raggiunge a Nord il Pollino con i suoi borghi più iconici (Morano, Mormanno, Campotenese, Civita ) ed a sud l’area urbana di Cosenza e Rende. Ad un quarto d’ora di distanza si trovano invece la Riserva naturale di Tarsia e La Villa archeologica di Larderia affacciata sul lago d’Esaro. D’estate poi lo Jonio con Sibari ed il suo parco archeologico distano solo 20 minuti».
A primavera in quell’area sarà un’esplosione di colori: il pescheto sarà in fiore ed incanterà per giorni tutti coloro che attraversano l’adiacente autostrada del Mediterraneo. «In primavera tutta la zona della Piana di Sibari si tinge di colori per i suoi albicocchi e pescheti in fiore. Un vero spettacolo. Per noi a volte è un qualcosa di scontato ma per tanti turisti è un’esperienza unica».
Alessandro è un ragazzo forte e determinato, ha tanta voglia di fare. Classe 1994, Diploma classico al Liceo classico Bernardino Telesio di Cosenza. È stato presidente della Consulta Provinciale degli studenti. Percorso universitario iniziato al Politecnico di Milano in Ingegneria Edile architettura e proseguito presso l’università La Sapienza di Roma. Founder di Alarico, brand di prodotti biologici e promozione territoriale. Nei 3 anni di Alarico approfondisce competenze grafiche, di comunicazione, di marketing. Nel 2021 Alarico vince il premio Oro dei Bruzi come miglior fruttato leggero della provincia di Cosenza. L’anno successivo olio Alarico è presente da Fico Eataly World a Bologna, il parco del cibo italiano, come unico olio calabrese.
Alessandro si occupa dell’azienda agricola di famiglia con la voglia di cambiare e innovare: «L’agricoltura è caratterizzata da un forte rinnovamento da sempre. Sicuramente è un mondo complesso e per molti aspetti legato ancora al passato ed in questo l’esperienza e la conoscenza acquisita nel corso delle precedenti generazioni è fondamentale. Ma negli ultimi anni le nuove tecnologie in campo ed i nuovi strumenti digitali impongono un cambio di visione generale. Specialmente le nuove consapevolezze dei consumatori richiedono una comunicazione diversa da parte dei produttori: tracciabilità, trasparenza, alta qualità e sostenibilità diventeranno sempre di più le linee guida entro le quali agire».
Con Alessandro discutiamo di come la mancanza di cooperazione sia il punto debole dell’agroalimentare calabrese. Siamo gente che non collabora e non fa sa unire le forze: “Beh sì. La scarsa cooperazione è sicuramente un dato che ci frena e che ci contraddistingue rispetto ad altre regioni, anche vicine. Tuttavia Le aziende “giovani” sono caratterizzate quasi naturalmente da una maggiore propensione alla collaborazione con altre aziende.
Da subito con il brand Alarico abbiamo iniziato a collaborare con diverse aziende del territorio calabrese (come ad esempio Panestorto di Monica Florio, premio Golosaria 2023 ) e nazionale (ad esempio con il riso Biologico dell’ Azienda agricola DiCristiana in provincia di Pavia, Top Italian Food per il gambero rosso 2022) così come abbiamo collaborato sui social con chef, pagine di food, influencer e pagine di promozione enogastronomica”.
Proprio in questi giorni in Brianza si svolge qualcosa di interessante, che segna un cambio di mentalità: «Sì, presso lo Store Curlo Eccellenze Italiane, insieme a Monica Florio di Panestorto e con il patrocinio di Calabria Straordinaria della Regione Calabria, si svolge una degustazione di unicità calabresi, coinvolgendo altre importanti aziende con i loro prodotti quali: le pitt’impigliate di Dulcis in Fiore, le farine dell’azienda Agricola Veltri, i vini di Cataldo Calabretta Viticoltore, il famoso Moscato di Saracena delle Cantine Viola, i salumi dell’azienda Agricola Mandarino ed i formaggi di fattorie della Piana».
Ognuno con il proprio prodotto di nicchia, ognuno con la propria storia: «Sì, ma tutti accomunati da un unico obiettivo: promuovere e valorizzare il brand Calabria uscendo dalla solita narrazione negativa della nostra terra»
Con Alessandro, davanti ad un buon caffè, ragioniamo su come essere imprenditori agricoli oggi significhi non solo coltivare la terra, ma anche fare cultura, turismo, ospitalità, tradizione e innovazione: «Alarico nasce con l’obiettivo di riscoprire i tesori del nostro territorio. L’enogastronomia la fa da padrone certamente. Ma l’intento è quello anche di promuovere il turismo enogastronomico ed esperienziale promuovendo le unicità della Calabria. L’obiettivo delle nuove generazioni impegnate nel turismo enogastronomico deve essere quello di utilizzare i nostri prodotti per indurre i consumatori fuori regione a diventare turisti e viceversa attirare i turisti nelle aziende agricole e nei luoghi della cultura per farli diventare conoscitori delle nostre eccellenze e quindi poi consumatori e ambasciatori delle nostre materie prime».
In quest’ottica, ad esempio, fondamentali sono le nuove tecnologie come ad esempio la blockchain: «Tramite i collarini delle nostre bottiglie è possibile scannerizzare un QR code che non solo fornisce indicazioni sul ciclo produttivo dell’olio, testimoniandone l’elevata qualità, ma offrendo anche informazioni sulla leggenda di Alarico, sul centro storico di Cosenza e di Altomonte».