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di Asmara Bassetti
10 giugno 2022
12:27

Chiara, dall'Accademia di Brera alla Calabria nel segno della ceramica

L'artigianato di eccellenza italiano nasce a Campora San Giovanni, nel cuore del Tirreno cosentino. Ecco la storia della giovane artista formatasi in Lombardia ma tornata alle origini.

Storie

La Calabria è «una terra embrionale», così la definisce Chiara Fucà, giovane artista della ceramica contemporanea, che ha dato vita a Bagno Turco.

«Bagno Turco è un posto lontano in cui non sono mai stata. È una terra il cui profumo non riesco a respirare. È un'idea. Una sensazione. Un'immagine inventata. È un bagno di colore in una Turchia che è vicina al mio modo di percepire il bello». Il nome del progetto è nato durante gli studi all’Accademia, non inteso come spa, ma come immersione in profumi, colori e suoni. Concetto espresso appieno dal suo laboratorio con la finestra lato mare dove Chiara lavora l’argilla, la cuoce in forno – la cottura arriva anche fino a 11 ore – e la dipinge per dar vita a diversi oggetti. Lampade, vasi di varie dimensioni, porta fiori, delicate ciotoline rifinite al tornio, ma anche orecchini e bomboniere create ad hoc per eventi speciali, ovviamente tutti pezzi unici poiché fatti a mano.


Gli studi all'Accademia di Brera e il ritorno in Calabria

 

Dopo i primi anni di studio a Brera, Chiara capisce che il mondo del designe non è il suo posto. «A Milano era pieno di giovani della mia età che facevano questo lavoro, e io non volevo vivere lì ed essere una dei tanti a fare la stessa cosa». Così dopo una pausa di qualche anno e un periodo un po’ burrascoso, decide di ricominciare dalla ceramica, spinta dalla sua propensione verso l’artigianato, «arte che mi permette di far rimanere in qualche modo la mia impronta» dice.

Interessata a intraprendere un percorso che andasse verso qualcosa di più moderno, sceglie di frequentare un corso a Roma con Elettra Cipriani, ceramista contemporanea, grazie alla quale ha avuto la possibilità di crescere professionalmente e conoscere anche altri ceramisti. Ritorna a Brera per laurearsi nel campo della ceramica contemporanea in Italia, per poi ritonare in Calabria, a Campora San Giovanni, in provincia di Cosenza, e aprire il suo piccolo studio in casa.

Inizia a vendere i suoi primi lavori per comprarsi un forno per la cottura dei materiali, ordinare le argille e gli smalti, e da lì non si è mai fermata nell’apprendere sempre nuove cose da autodidatta. Anche se i libri di Caruso, padre dell’arte ceramica contemporanea, sono stati fondamenali per approfondire alcune delle tecniche che ha sperimentato.

Compra un tornio, al quale impara a lavorare da sola, e si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro scegliendo il corso di scultura. «Mi si è aperto un mondo» dice Chiara «ho incontrato docenti preparatissimi con i quali ho svolto lezioni quasi personali, visto il basso numero di iscritti del corso. E ho indirizzato la ceramica nei vari esami sostenuti, l’ultimo ieri, mentre ho continuato e continuo a sperimentare in attesa della laurea, che ci sarà a breve».

Chiara, la passione per la ceramica e il desiderio di aprire una bottega

Chiara al lavoro nel suo studio

Una passione che si percepisce dalla cura che Chiara mette nel lavorare i suoi materiali, i quali danno vita a oggetti unici apprezzati da un pubblico che diventa sempre più numeroso. Cosa che lei stessa ha constatato durante il periodo di natale, quando ha deciso di aprire un temporay shop natalizio con i suoi lavori, ad Amantea in piazza cappuccini. Qui le persone hanno potuto apprezzare la sua arte per dieci giorni, durante i quali hanno avuto anche la possibilità di acquistare le sue opere.

Ma non è solo la sua città a riconoscere la sua arte. Tramite i suoi canali social Chiara è riuscita a farsi conoscere anche da persone fuori regione, che ordinano i suoi manufatti artistici a distanza.

Il prossimo passo sarà l’apertura di una bottega ad Amantea. «Mi piacerebbe molto avere uno spazio mio dove lavorare ed esporre, farmi conoscere, organizzare mostre. Sarebbe bello farlo anche insieme ad altri artigiani. Credo sia una cosa necessaria. Soprattutto penso sia necessario, per chi ne ha la possibilità, anche decidere di rimanere o ritornare qui in Calabria, terra embrionale dove poter iniziare a dar vita a una serie di progetti belli».

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