Nel processo d’appello per l’omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo, i giudici ricostruiscono l’attività della sigla usata da clan calabresi e siciliani per gli attentati. Già in una nota del Sisde del 1992 si parlava di «disegni oscuri» per destabilizzare la Repubblica
Argomento: FALANGE ARMATA
di Pablo Petrasso
Una sigla che marchia lo stragismo italiano all'alba della Seconda Repubblica. Gli attentati in Calabria, il patto scellerato tra Cosa nostra e 'Ndrangheta, l'ombra sinistra dei servizi segreti deviati e di Gladio. Dal racconto dei pentiti alle indagini su fatti di sangue apparentemente scollegati divenuti poi tasselli di un tragico mosaico
di Consolato Minniti
La memoria non aiuta l’ex coordinatore Cesis, Francesco Paolo Fulci che riferisce dei sospetti su uomini del Sismi come autori delle rivendicazioni
di Consolato Minniti
Entra nel vivo il processo, che si sta celebrando a Reggio Calabria, per l'omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo. Episodio che, secondo l'accusa, avvenne nel contesto della strategia stragista di cosa nostra e 'ndrangheta contro lo Stato. Ieri, dalle deposizioni è venuto fuori un quadro più chiaro sul ruolo della Falange armata, sigla di rivendicazione di numerosi attentati
Nel processo in corso a Reggio Calabria, emerge il ruolo della struttura che sta dietro la sigla di rivendicazione delle stragi degli anni ’90. Un nome che mette insieme ‘ndrangheta, cosa nostra e schegge impazzite dello Stato. I sospetti su 16 appartenenti al Sismi
di Consolato Minniti