‘Ndrangheta stragista, il pentito Villani chiede pietà ai familiari delle vittime e rivela: il capo di cosa nostra fu garante della pax mafiosa a Reggio. Le visite a casa Filippone e quel progetto diventato spietato: i carabinieri dovevano finire giù dal guardrail
I due sono accusati di essere tra i mandanti degli agguati compiuti in Calabria ai danni tre pattuglie dei carabinieri nei primi anni '90. Il processo inizierà il prossimo 30 ottobre
È quanto emerge dall’inchiesta che ha portato all’arresto dei mandanti degli efferati omicidi dei due appuntati. Cruciali le dichiarazioni di alcuni pentiti
È quanto emerge dagli atti relativi all’inchiesta che ha portato all’arresto di Filippone e Graviano ritenuti i mandanti degli omicidi di Fava e Garofalo che vanno a collocarsi «nel contesto della strategia stragista che ha insanguinato il Paese nei primi anni 90'»
I due appuntati furono brutalmente uccisi il 18 gennaio del 1994 nei pressi dello svincolo di Scilla. Eseguite due ordinanze di custodia cautelare in carcere. In corso anche numerose perquisizioni in diverse regioni d’Italia
Il 18 gennaio è stato celebrato l’anniversario dell’omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo, uccisi a Scilla. Due condanne definitive non bastano a raccontare tutta la verità. Dietro il delitto c’è la strategia del terrore di Cosa Nostra che si lega alla Calabria
Il killer dei due carabinieri svela al pm Donadio una verità diversa da quella processuale: ci sono altre persone responsabili e una matrice terroristica. E il pentito Villani ammette: «Dovevamo fare come quelli della Uno bianca»
L’ex procuratore aggiunto della Dna, Donadio, racconta ai magistrati di Catanzaro i retroscena del suo colloquio investigativo con il “nano” dove questi promise delle foto su “faccia di mostro”, ma inviò solo fogli bianchi. Perché? Ecco i punti oscuri