L'inchiesta fece emergere un sistema di gestione degli appalti per la raccolta dei rifiuti il cui fulcro era l'imprenditore Rosario Azzarà dell'Ased. Indagato anche l'ex consigliere regionale Pasquale Tripodi e diversi sindaci dell'area greco-calabra
Considerata impresa di riferimento della cosca di ‘ndrangheta “Iamonte”, l’Ased è stata individuata come società egemone dell’intera provincia reggina nel settore della raccolta e gestione dei rifiuti, capace di accaparrarsi importanti appalti pubbliche, anche attraverso il ricorso a metodologie intimidatorie
Destinatari del provvedimento emesso dal Prefetto di Reggio Calabria il sindaco di Bova Marina,Vincenzo Rosario Crupi, il consigliere comunale, assessore e vicesindaco di Brancaleone,Giuseppe Benavoli e il consigliere comunale e assessore dello stesso comune, Alfredo Zappia
Dall’ordinanza emerge la volontà dell’imprenditore di costituire una sezione rifiuti all’interno dell’associazione degli industriali di Reggio e Vibo. Sullo sfondo, l’idea di creare una società che si occupi del trattamento dei fanghi nell’area jonica
Il procuratore di Reggio nel corso della conferenza stampa: «Al centro dell’indagine l’imprenditore Rosario Azzarà pronto a soddisfare la 'ndrangheta e gli amministratori dei comuni del basso Ionio reggino»
Al titolare dell'impresa di raccolta dei rifiuti Ased contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. I rapporti con le cosche avrebbero reso possibile negli anni il consolidamento della sua azienda in posizione leaderistica
Le indagini coinvolgono i clan facenti capo alle famiglie Iamonte e Paviglianiti. Le cosche avrebbero condizionato il regolare svolgimento di gare d’appalto nonché influenzato le elezioni comunali del 2014 di San Lorenzo